Governo e Regioni al lavoro per definire le misure anti-contagio che verranno introdotte nel prossimo Dpcm.
“Questo Dpcm conferma le misure territoriali che ci hanno consentito di scongiurare almeno due lockdown nazionali”, ha detto il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia . “Ci sarà una limitazione alla circolazione tra le regioni, sarà confermata la limitazione di orario alle 22 su tutto il territorio nazionale, confermata la distinzione tra le fasce gialla, arancione e rossa. In prospettiva ipotizziamo una zona bianca perché vorremmo tutti uscire nel più breve tempo possibile da questa condizione”. Ha poi confermato: “Ci sarà una limitazione delle attività dalle 18 in poi, quelle che consentono fuori dai locali gli assembramenti. Stessa cosa per le cene a casa”.
Questa notte è arrivato in Italia il primo carico di vaccini dell’azienda Moderna, che si aggiungono a quelli Pfizer con cui sta proseguendo la campagna di vaccinazione nel Paese. “La nostra aspettativa è che la vaccinazione duri almeno un anno”, ha detto Tal Zaks, direttore medico di Moderna. “La società dovrà verificare adesso se è possibile estendere la protezione con l’aggiunta di una terza dose”. Attualmente il vaccino viene somministrato in due dosi a circa un mese di distanza.
Si rinnovano però le polemiche, in quanto la comunità scientifica è divisa sulle modifiche introdotte da molti Paesi nelle campagne di vaccinazione su dosi e richiami. I dati sull’impatto di queste misure sono scarsi e molti ricercatori si chiedono se valga la pena correre dei rischi. “Potrebbe essere una cosa buona, ma dobbiamo basarci su ciò che si è visto funzionare. Non vogliamo essere creativi per un ipotetico beneficio e poi avere un problema inaspettato”, dice il virologo dell’Harvar Medical School, Dan Barouch. L’Organizzazione mondiale della sanità ha raccomandato di non aspettare più di sei settimane tra le due dosi del vaccino Pzifer. Per Akiko Iwasaki, dell’università di Yale, ritardare invece la seconda dose “potrebbe rendere il vaccino più efficace, ampliando la capacità di risposta del sistema immunitario”.
In ogni caso la direttrice generale del dipartimento Salute e sicurezza alimentare dell’Esecutivo comunitario, Sandra Gallina, in un intervento al Parlamento europeo, assicura: “La Commissione europea non sta sostenendo la vaccinazione obbligatoria, non è l’approccio che raccomandiamo. Ma la competenza è degli Stati membri”.