“Tolga le sue sporche mani dalla Catalogna!”. È il grido politico che il leader della sinistra secessionista di Erc, Gabriel Rufian, ha rivolto stamattina al premier spagnolo Mariano Rajoy all’interno dell’aula del Congresso dei deputati di Madrid. “Indipendenza!”, “vogliamo essere liberi”, “vergogna!” grida la folla radunatasi sotto la sede del governo catalano a Barcellona.
Il blitz In Spagna soffia il vento della rivoluzione e la situazione è incandescente. Questa mattina la Guardia Civil spagnola ha effettuato un blitz nelle sedi del governo catalano. Arrestate 14 persone. Fra queste c’erano 10 alti funzionari, compreso Josep Maria Jovè, il braccio destro del vicepresidente della comunità autonoma Oriol Junqueras. “Stanno attaccando le istituzioni di questo paese, quindi i cittadini. Non lo permetteremo!” ha twittato Junqueras.
Madrid-Barcellona Il referendum indipendentista era stato sospeso il 7 settembre dalla Corte costituzionale. Questo non aveva spento i sogni indipendentisti catalani. La risposta del governo di Madrid “non può essere diversa da quella decisa” ha dichiarato il premier spagnolo Rajoy. Il presidente della provincia autonoma Carles Puigdemont ha convocato una riunione urgente del suo governo. La sindaca di Barcellona Ada Colau, eletta con Podemos, lo ha definito “uno scandalo democratico”. Migliaia di persone hanno protestato in difesa delle istituzioni catalane bloccando alcune strade del centro della Ciudad.
Le reazioni politiche Forti tensioni anche nell’aula del Congresso dei deputati spagnolo. I deputati indipendentisti della sinistra repubblicana catalana hanno lasciato l’aula per protesta. “Mentre un partito corrotto controlla le istituzioni, tornano ad esserci detenuti politici. È una vergogna” ha tuonato il leader di Podemos Pablo Iglesias denunciando il blitz della Guardia Civil.
Continuano intanto le perquisizioni e i sequestri della polizia spagnola per smantellare l’organizzazione logistica del referendum indipendentista. Secondo la tv pubblica Tve, martedì notte la polizia sequestrato l’80 per cento delle convocazioni inviate per la costituzione dei seggi elettorali. Già da venerdì il governo di Madrid aveva bloccato i finanziamenti al governo catalano.