Sono 33 gli arresti compiuti dai carabinieri di Messina a seguito del blitz contro il clan Galli. Tra gli arrestati ci sono i componenti di due gruppi criminali che gestivano il traffico di droga nella città.
Uno, a composizione familiare, operava nei rioni “Villaggio Aldisio” e “Fondo Fucile”, nella zona sud della città. Al vertice una donna che usava il figlio di 12 anni per consegnare le dosi sperando di evitare così i controlli delle forze dell’ordine. Il ragazzo è stato affidato dal Tribunale dei minori a una comunità, la madre è finita in carcere.
L’altro gruppo criminale, capeggiato da Carlo Altavilla, operava sia nel rione messinese di “Giostra” che a “Santa Lucia Sopra Contesse”, rifornendosi di grossi quantitativi di cocaina e marijuana in Calabria e Campania, per poi distribuirli al dettaglio attraverso una rete di pusher.
Le indagini hanno fatto emergere anche episodi di estorsione per il recupero di crediti delle narco-transazioni. L’inchiesta dei carabinieri di Messina, che ha portato oggi all’esecuzione di 33 arresti, parte dalle dichiarazioni di un pentito che ha fatto i nomi di sette appartenenti alla cosca finora sfuggiti alle indagini. Grazie alle sue rivelazioni è stato accertato il ruolo della mafia nell’organizzazione delle corse clandestine di cavalli e nella gestione delle scommesse illecite i cui proventi alimentavano le casse dell’organizzazione criminale. Dall’indagine è emersa la figura di Giuseppe Irrera, tra gli arrestati di oggi, commerciante di prodotti ortofrutticoli e genero del boss storico Luigi Galli. Sarebbe stato Galli, da anni al 41 bis, a cedergli il comando.
Questo il modus operandi: alcuni degli arrestati, Francesco Vento, Maria Munnia, Salvatore Vecchio e Giuseppe Galli, si occupavano di accudire e preparare i cavalli, sottoponendoli agli allenamenti. Grazie ad un veterinario compiacente agli animali venivano dati farmaci per migliorarne le prestazioni. Sempre gli uomini del clan raccoglievano il denaro puntato dagli scommettitori e alla gestione dei successivi pagamenti.
Le corse clandestine si svolgevano nel corso della notte, in pochissimi minuti, su strade urbane e in periferia che venivano rapidamente chiuse al transito delle auto da manovalanza della cosca che impediva anche l’eventuale intervento di pattuglie delle forze di polizia.
L’inchiesta ha ricostruito anche i rapporti tra i Galli e il catanese Sebastiano Grillo per l’organizzazione delle corse tra scuderie messinesi e catanesi e i contatti con esponenti della clan Santapaola per la risoluzione di controversie connesse alla gestione delle scommesse clandestine. Le gare tra messinesi e catanesi venivano organizzate nella zona di Fiumefreddo di Sicilia, al confine tra la provincia di Messina e quella di Catania.
Blitz contro clan di Messina
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11 Novembre 2020187