Operazione antiterrorismo dei carabinieri del Ros e del comando provinciale di Roma poco prima dell’alba. Sono due le ordinanze di custodia cautelare eseguite in carcere e numerose le perquisizioni nei confronti di persone appartenenti alla struttura eversiva Fai-Fri (Federazione anarchica informale-Fronte rivoluzionario internazionale).
I due indagati. Gianluca Iacovacci, 29 anni, e Adriano Antonacci, 26 anni, incensurati, sono loro i due arrestati, originari dei Castelli romani, che avrebbero compiuto 13 attentati in tre anni, dal 2010 a oggi, nella zona dei Castelli romani.
Entrambi sono accusati di “associazione con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell’ordine democratico”, ovvero di avere violato l’articolo 270-bis del codice Penale, introdotto nel 2001 dopo l’attentato alle Torri Gemelle di New York. La cellula, ritenuta responsabile di una serie di attentati e danneggiamenti ai danni di istituti di credito, esercizi commerciali e sedi periferiche di Enel ed Eni, si chiamava «Individualità sovversiva anticivilizzazione». Ai due arrestati vengono contestati anche i reati di concorso in “atto di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi”, oltre a incendio, furto aggravato e atti di vandalismo: si va dal semplice imbrattamento della vetrina di una pellicceria agli attentati incendiari nei confronti di banche, al sabotaggio di veicoli e macchinari come avvenuto nel 2011 nella discarica di Cecchina, dove vennero presi di mira alcuni escavatori. Le azioni eversive non hanno mai causato feriti.
L’arresto dei due anarchici ha evitato “che venissero portati a compimento ulteriori atti eversivi”. E’ quanto sottolineato dagli inquirenti romani, secondo cui la custodia cautelare in carcere è l’unico mezzo per evitare il compimento di altri reati. Ciò perché i due indagati risultano “stabilmente inseriti in un sodalizio criminoso diretto a sovvertire l’ordinamento costituzionale, avvalendosi anche dell’uso delle armi, seppur rudimentali”.
Il Fai cos’è. Il Fai, ha spiegato il generale Mario Parente, comandante dei Ros, durante la conferenza stampa al Comando Provinciale dei Carabinieri di Roma, “è inserita nella rete internazionale della cosiddetta Cospirazione delle cellule di fuoco a cui sono riconducibili numerosi attentati compiuti in Italia e all’estero tra cui la gambizzazione dell’ingegnere Roberto Adinolfi”. Il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, del pool antiterrorismo che ha coordinato l’inchiesta, ha poi specificato che “il Fai non ha un programma e una struttura rigorosa e ciascuna cellula è una sorta di franchising spontaneista che agisce con l’obiettivo di segnare la propria presenza sul territorio”.
Alessandro Filippelli