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Blatter coinvolto nelle inchieste ma viene rieletto presidente della Fifa: “Gli Usa volevano che io mi ritirassi”

di Federico Capurso29 Maggio 2015
29 Maggio 2015

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Joseph Blatter torna a parlare dopo la sua riconferma a presidente della Fifa e attacca, senza mezzi termini, Uefa, Stati Uniti e il suo ex avversario, il principe giordano Al-Hussein.Intervistato dall’emittente tv Rts, lo svizzero parla di “un odio che non arriva da una sola persona all’interno della Uefa ma dalla Federazione stessa come organizzazione che non ha ancora capito che nel 1998 io sono diventato presidente”. Blatter crede che la tempistica con cui l’operazione è stata conclusa dalla Polizia federale degli Stati Uniti, a soli due giorni dalle elezioni, non sia una coincidenza: “Ci sono degli indizi: gli americani erano candidati per ospitare la Coppa del mondo del 2022 e hanno perso”. Il presidente della Fifa rincara la dose coinvolgendo anche il principe Al-Hussein: “Non dovete dimenticarvi che gli Stati Uniti sono lo sponsor principale del regno Hascemita quello del mio avversario, questa cosa puzza”.

«Serve unità nel mondo del calcio». Si apriva con questo messaggio il discorso di Joseph Blatter di fronte ai delegati del congresso, riuniti  per l’elezione del  presidente della Fifa, a pochi giorni dallo scandalo che ha portato all’arresto da parte dell’Fbi di 7 alti dirigenti della federazione, imputati per corruzione. «In questi ultimi giorni abbiamo vissuto un cataclisma e si era ipotizzato un rinvio, ma sono felice di vedere che tutte le federazioni sono presenti», continua con espressione granitica, diamantina. I colpevoli, per Blatter, «sono gli individui, non l’intera organizzazione». Poi, l’ammissione smorzata: «Sono responsabile di tutto ciò che è successo ma devo condividere questa responsabilità con il Comitato Esecutivo, con voi». E sui mondiali in Russia del 2018 e quelli in Qatar del 2022, su cui aleggiano le indagini per corruzione dirette dall’Fbi e dalla Cia, ha voluto sottolineare che «non si può tornare indietro».

A contendere la poltrona sempre più calda di presidente della Fifa c’è adesso il principe giordano Ali bin al-Hussain, che intervistato da al-Arabiya ha ribadito come sia giunto il momento di «rinnovare la Federazione internazionale e migliorare la sua immagine. Abbiamo l’opportunità di migliorare l’immagine della Fifa al servizio del calcio e delle federazioni locali. Bisogna cambiare questo comportamento». E in riferimento allo scandalo: «Io personalmente cerco la trasparenza e la correttezza nel modo in cui la Fifa tratta con il mondo». Il principe è il terzogenito del defunto re Hussein e fratellastro dell’attuale sovrano del regno Hashemita, re Abdullah.

Suo più grande sponsor, Michel Platini, presidente dell’Uefa, che ha bastonato a suon di dichiarazioni il presidente uscente Blatter. «Io non sono candidato alla presidenza della Fifa ma se rimane Blatter perdiamo tutti – ha dichiarato alla stampa –  Non ho alcun rimpianto per non essermi candidato, non ho mai voluto combattere contro un amico come Blatter». «Inoltre – ha precisato – non sono molto attirato dalla presidenza della Fifa, mi piace quello che faccio nell’Uefa. Ho sempre pensato che mi sarei potuto candidare il giorno in cui non ci sarebbe stato più Blatter». E quel giorno sembra sempre più vicino.

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