Un oro digitale, questo è quello che aveva in mente che diventasse il Bitcoin il giorno in cui Satoshi Nakamoto lo ha ideato. Sfidare il valore di mercato del vero oro utilizzando anche la stessa terminologia. Infatti coloro che creano i Bitcoin sono chiamati “minatori”, e questa criptovaluta non si “batte” come in finanza, ma si “estrae”.
Negli ultimi mesi ne sono stati prodotti solo 400 pezzi ed essendo un bene scarso, il Bitcoin può essere prodotto solo in una certa misura che è fissata ai 21 milioni da mettere in circolazione. Oggi siamo già a 16,5 milioni e il tetto dell’immissione sul mercato di questa valuta può essere modificato solo se tutti coloro che possiedono e partecipano al Bitcoin siano d’accordo. Praticamente impossibile. Questi fattori hanno dunque gonfiato a dismisura il valore della criptomoneta, facendolo arrivare da meno di mille a diecimila dollari in meno di un anno.
Una bolla speculativa pronta a scoppiare? Per adesso i gruppi finanziari sono rimasti a guardare dalla finestra questo nuovo mercato. Oggi i grandi utilizzatori del Bitcoin sono i il Brasile, l’India, alcuni paesi africani; tutte quelle zone che possiedono valute instabili e rischi geopolitici elevati e che hanno dunque la necessità di trasferire rapidamente il loro denaro.
Per ora, sia la finanza internazionale che la Fed, minimizzano i rischi e le ripercussioni sull’economia reale. Bruxelles infatti non aprirà un’indagine a riguardo, ma “sta cercando di ottenere più informazioni possibili per conoscere i lati oscuri del meccanismo Bitcoin”, ha fatto sapere la Commissaria alla Concorrenza UE Margrethe Vestager.
Cos’è esattamente il Bitcoin e come funziona
Nasce nel 2008 da Satoshi Nakamoto, un informatico che aveva l’idea di distribuire moneta come se fosse un software. Il valore di scambio della moneta è quello che ogni utente è disposto a concedergli. Nata come moneta per il “deep web”, la parte oscura e spesso illegale di internet, ad oggi è possibile utilizzare il Bitcoin come pagamento per tutte le attività che possiedano la piattaforma di scambio. Sono disponibili numerose app per il pagamento, in Italia la più famosa è quella Postepay.