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Ai domiciliari Bisignani e il generale Ragusa per corruzione

di Emanuele Bianchi20 Febbraio 2014
20 Febbraio 2014

BISIGNANI BIANO E NEROLa procura di Roma, che indaga su presunte irregolarità nell’affidamento di appalti per Palazzo Chigi, ha disposto su indicazione del pm Paolo Ielo, misure cautelari a carico di Lugi Bisignani e del generale dei Carabinieri Antonio Ragusa. Il faccendiere ed ex giornalista, entrato prima nell’occhio del ciclone negli anni della vicenda Enimont, poi nello scandalo P4 insieme all’ex parlamentare Alfonso Papa è ancora al centro di inchieste per corruzione. In questo nuovo filone d’indagine i due sono accusati a vario titolo di frode fiscale, corruzione e turbativa d’asta. Gli investigatori sarebbero convinti che Bisignani e Ragusa avrebbero favorito due aziende legate a Finmeccanica in cambio dell’assunzione del figlio del generale dell’Arma.

Coinvolto anche un imprenditore, per lui la procura di Roma ha emesso una misura interdittiva. I provvedimenti, firmati dal Gip Maria Paola Tomaselli, sono stati eseguiti dai reparti dei Carabinieri del Ros, della Polizia Tributaria e della Guardia di Finanza. Luigi Bisignani, sempre presente ma mai visibile, ha continuato per anni a gestire operazioni finanziarie per conto delle istituzioni. Incarichi che Bisignani avvolge in una spessa cortina di fumo. Nella sfera d’influenza del faccendiere milanese nomine pubbliche, cariche dell’esercito, imprenditori, politici e banche. Meccanismi da prima Repubblica che mantengono accesa la macchina della corruzione. Il lavoro delle procure punta a rottamare e smaltire ogni singolo pezzo di questo pericoloso ingranaggio.

Emanuele Bianchi

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