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HomeEsteri Birmania: la giunta militare rilascia oltre 5000 detenuti contrari al golpe

Birmania, la giunta militare
libera oltre 5600 detenuti
contrari al golpe in Myanmar

23mila erano stati rilasciati ad aprile

Dalla presa del potere già 728 morti

di Francesca Funari18 Ottobre 2021
18 Ottobre 2021

epa09352804 Police block the road leading to the Martyrs' Mausoleum in Yangon, Myanmar, 19 July 2021. Martyrs' Day marks the assassination of independence heroes, including Aung San Suu Kyi's father, Burmese politician and revolutionary Aung San. This year, deposed Myanmar leader Aung San Suu Kyi cannot attend the 74th Martyrs' Day, as she was arrested by the military in a raid on 01 February. EPA/STRINGER

La Birmania rilascerà i 5636 detenuti incarcerati per essersi opposti al golpe di febbraio. I prigionieri erano tra i partecipanti alle proteste contro il colpo di Stato che aveva portato alla deposizione del governo civile in Myanmar. A renderlo noto è il leader della giunta Min Aung Hlaing, nuovo capo del governo militare che giustificò il golpe, accusando il partito dell’ex leader del Paese Aung San Suu Kyi e altri funzionari di brogli elettorali, di fatto mai dimostrati.

La scarcerazione arriva dopo che l’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (Asean) ha deciso di escludere lo stesso Min Aung Hlaing, attuale primo ministro birmano, dal prossimo summit che si terrà dal 26 al 28 ottobre. Una posizione che avrebbe “molto deluso” la giunta militare.

La liberazione anticipata dei prigionieri avverrà in occasione del festival di Thadingyut che si celebrerà mercoledì: è consuetudine eseguire simili rilasci durante le principali festività. Questa è la terza volta che la giunta al potere lo fa da quando ha rovesciato il governo eletto di Aung San Suu Kyi, innescando proteste quotidiane, arresti e uccisioni da parte delle forze di sicurezza. Già nel mese di aprile infatti si era verificata una scarcerazione di massa che aveva portato alla liberazione di ben 23mila detenuti.

A oggi nelle carceri birmane si trovano ancora 7300 prigionieri politici, tra i quali il giornalista statunitense Danny Foster. Secondo l’Associazione di assistenza per i prigionieri politici, che monitora le vittime e gli arresti, le forze governative hanno ucciso almeno 728 manifestanti dalla presa del potere.

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