Volata finale per la legge sul biotestamento. Domani, martedì 12 dicembre, è previsto il voto sugli emendamenti. Terminata la discussione generale al Senato, si apre una settimana decisiva che dovrebbe portare all’approvazione della norma. O almeno così spera il Pd, fiducioso di ottenere il disco verde di Palazzo Madama dopo l’ok della Camera dello scorso aprile. Una legge fortemente voluta dai democratici, che rappresenterebbe un nuovo passo avanti sul tema dei diritti da sbandierare in campagna elettorale.
Sulla carta, i numeri per approvare il biotestamento dovrebbero esserci. Favorevoli sia la galassia di partiti alla sinistra del Pd che il Movimento Cinque Stelle. Qualche perplessità invece dai centristi di Ap, che però lascerà libertà di coscienza ai suoi senatori. Al momento è invece remota l’ipotesi che il Governo ponga la fiducia su un tema così delicato. Anche perché una mossa del genere potrebbe far venir meno l’appoggio del M5s.
La strada verso l’approvazione non è però priva di ostacoli. Sono infatti oltre tremila gli emendamenti al ddl, quasi tutti presentati dalla Lega. Il leader Matteo Salvini non si è detto contrario a priori a una regolamentazione del fine vita, ma non condivide nel merito l’impianto del testo.
Sulla pioggia di emendamenti dovrà innanzitutto esprimersi la commissione Bilancio, per quel che riguarda le coperture economiche. Dopo di che sarà la presidenza del Senato a valutarne le ammissibilità. Non è da escludere che, per evitare l’ostruzionismo, si faccia ricorso al cosiddetto “canguro”: gli emendamenti analoghi possono essere raggruppati in modo che, bocciando il primo, automaticamente decadano tutti gli altri. Le votazioni finali – che dovranno approvare un testo identico a quello licenziato dalla Camera – sono previste per giovedì 14 dicembre.
Cosa prevede la legge. Il paziente potrà decidere se e come farsi curare esprimendo le proprie volontà attraverso le disposizioni anticipate di trattamento (Dat). Un “fiduciario” dovrà accertarsi che la decisione del malato venga sempre rispettata. Il medico, dal canto suo, potrà fare obiezione di coscienza, ma la struttura sanitaria è obbligata a rispettare le volontà del paziente.