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Lo Ius soli va in soffitta

Accordo sul biotestamento
tra Pd e Cinque Stelle
Lo Ius soli va in soffitta

Martedì in Senato la prima discussione

Per Fico la legge "è un atto di civiltà"

di Rossella Melchionna29 Novembre 2017
29 Novembre 2017

Biotestamento 1, Ius soli 0. La legge sul “fine vita”, dopo l’approvazione alla Camera con 326 voti lo scorso aprile, dovrebbe arrivare in Senato martedì 5 dicembre. La discussione sul biotestamento, che dovrebbe svolgersi in tre sedute, ha avuto la meglio sulla legge sulla cittadinanza, terreno scivoloso per la maggioranza. E così il Pd può, almeno parzialmente, continuare la sua battaglia per i diritti: in prima linea il capogruppo al Senato, Luigi Zanda, che punta all’accordo con Ala e Gal – probabilmente anche Alternativa popolare – ma, soprattutto, con i Cinque Stelle.

L’appoggio di questi ultimi potrebbe essere determinate per la legge in questione. «È un atto di civiltà che il Paese aspetta da tempo. Noi ci siamo al 100%», assicura il pentastellato Roberto Fico in un’intervista a La Stampa. Il timore dei democratici che i grillini possano tirarsi indietro, però, esiste. E non sarebbe l’unico: anche un solo emendamento costringerebbe il biotestamento a tornare alla Camera, dove ritroverebbe l’appoggio di Mdp e Sinistra italiana, ma non dei cattolici.

La legge sul “fine vita”, che consiste nella manifestazione, da parte di un cittadino, delle proprie volontà riguardo ai trattamenti medici nella fase finale di una malattia, è tra le priorità del Pd. Una questione ribadita anche da Matteo Renzi all’ultima Leopolda. E sarà lo stesso segretario del Partito democratico a chiedere, se necessario, di proseguire i lavori parlamentari anche oltre le sedute previste, ricorrendo alle notturne. O potrebbe ripescare – come è già successo per le unioni civili – il modulo del “canguro”, ovvero un maxi-emendamento formulato apposta per saltare migliaia di votazioni. Affidarsi alla fiducia del governo, invece, è una strada chiusa per i dem: sia il premier Gentiloni che il capo dello Stato Mattarella, non hanno alcuna intenzione di rendere instabile l’esecutivo.

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