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HomeCronaca Bimba morta per malaria a Brescia
la Procura di Trento indaga per omicidio

Bimba morta per malaria
la Procura di Trento
indaga per omicidio colposo

Il parassita sarebbe lo stesso

delle due bambine ricoverate

di Marco Assab06 Settembre 2017
06 Settembre 2017

Una veduta esterna dell'ospedale Santa Chiara di Trento. ANSA/JACOPO VALENTI

La procura di Trento ha aperto un’inchiesta contro ignoti per omicidio colposo, in relazione alla morte per malaria della piccola Sofia di 4 anni. L’indagine mira a chiarire se siano stati seguiti i protocolli prescritti per le cure, così da ricostruire il percorso clinico che ha portato alla morte della bimba. Intanto la direttrice dell’unità operativa di pediatria dell’ospedale di Trento, Nunzia Di Palma, ha affermato che il parassita responsabile di aver trasmesso il virus a Sofia è lo stesso che aveva fatto ammalare le due bambine di ritorno dal Burkina Faso, che si trovavano ricoverate in pediatria a Trento negli stessi giorni. Oltre a loro, erano stati ricoverati anche il fratello e la mamma.

“La famiglia è arrivata in ospedale portando le due bambine, perché avevano la febbre alta, dicendo che erano tornati da una settimana da un viaggio in Burkina Faso”, riferisce Di Palma. Aggiungendo anche che “il fratello maggiore, adolescente, era stato il primo ad avere sviluppato i sintomi e ad essere ricoverato nel reparto di malattie infettive, dov’è stata poi curata anche la mamma. Entrambi erano stati dimessi dopo quattro giorni. Il papà e un altro bimbo, lattante, non presentavano sintomi e non so se avessero partecipato al viaggio”.

La direttrice ha poi spiegato che “in pediatria la prima ad arrivare di quella famiglia di ritorno dall’Africa era stata la bambina di 11 anni”, giunta la sera del 16 agosto e dimessa il 21. Quella di 4 anni invece era arrivata il 20 ed è stata dimessa il 24. Considerando quindi che la piccola Sofia, morta poi a Brescia, era rimasta in pediatria a Trento dal 16 al 21 agosto, i giorni di concomitanza con le due bimbe precedentemente ammalatesi ci sono.

Il parassita in questione è il Plasmodium falciparum. Si trasmette attraverso le punture di zanzare infette, solo del tipo Anopheles, ma possono esserci diversi ceppi. Da appurare quindi se sia o meno lo stesso. Di questo si sta occupando l’Istituto superiore di sanità, mentre il vicepresidente della Società italiana di malattie infettive e tropicali, Massimo Galli, ha chiarito all’ANSA che “se dalle analisi in corso emergesse che il ceppo o variante di Plasmodium falciparum che ha provocato la malaria nei due bambini ricoverati a Trento e nella piccola Sofia fosse lo stesso, allora il contagio della bambina sarebbe sicuramente avvenuto in ospedale, ma resterebbe da capire in che modo”. Diversamente invece se il ceppo “risultasse differente, allora il contagio sarebbe avvenuto in un contesto diverso”.

Una caso criptico, se si considera quanto affermato da Paolo Bordon, direttore generale dell’Apss (Azienda provinciale dei servizi sanitari) del Trentino: “I nostri veterinari, interpellati, dicono che un’altra zanzara, nostrana, non può farsi vettore, anche se ha punto malati”.

In tarda mattinata è giunta la notizia che le quattro trappole posizionate lunedì scorso, nel reparto dell’ospedale, avevano dato esito negativo per la presenza di zanzare portatrici di malaria. Inoltre, come spiegato dal professor Alberto Matteelli, esperto di malattie tropicali agli Spedali Civili di Brescia, “la zanzara vive come ciclo 20 giorni e non ha progenie, quindi non c’è il rischio che possano esserci altre zanzare nate dal vettore”.

Tra le polemiche che alimentano lo scontro politico, ruotante principalmente attorno al tema dell’immigrazione, ed esplose anche in seguito alle prime pagine di Libero e Il Tempo che puntano il dito contro gli immigrati, spuntano anche delle proposte, come quella della deputata di Forza Italia Laura Ravetto, che su Twitter scrive: “obbligo profilassi per chi va in paesi a rischio e obbligo emocromo in aeroporto per chi torna (come in USA)”.

 

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