WASHINGTON – Joe Biden grazia il figlio Hunter e suscita l’indignazione di Donald Trump. Il presidente neoeletto parla al proposito di “abuso ed errore giudiziario”.
“Oggi ho firmato una grazia per mio figlio Hunter. Dal giorno in cui ho assunto l’incarico, ho detto che non avrei interferito con il processo decisionale del dipartimento di giustizia e ho mantenuto la parola anche se ho visto mio figlio essere perseguito in modo selettivo e ingiusto”. Questa la nota rilasciata dalla Casa Bianca per annunciare la grazia a Hunter Biden, che era in attesa di sentenza in due diversi processi e rischiava una condanna a reclusione dai 4 ai 20 anni.
Tra le accuse la detenzione illegale di una pistola, la mancata dichiarazione sulla sua dipendenza dagli stupefacenti, oltre all’evasione di 1,4 milioni di dollari di tasse tra il 2016 e il 2019. Soldi che sarebbero stati spesi in droga, escort, sex club e altri oggetti di natura personale.
Secondo il presidente uscente degli Stati Uniti però, Hunter è stato perseguito sotto la pressione dei suoi avversari politici con lo scopo di colpirlo personalmente. “Le accuse nei suoi casi sono emerse solo dopo che diversi dei miei oppositori al Congresso le hanno istigate per opporsi alla mia elezione. Nessuna persona ragionevole che esamina i fatti dei casi di Hunter può giungere ad altra conclusione se non che Hunter è stato preso di mira solo perché è mio figlio”, ha spiegato infatti Biden.
Di tutt’altro avviso Trump, che attacca: “Il perdono concesso da Joe a Hunter include gli ostaggi del 6 gennaio, che sono stati imprigionati per anni? Che abuso e errore giudiziario!”. La tempestiva risposta del tycoon su Truth fa riferimento agli assalitori di Capitol Hill che in campagna lo stesso Trump aveva promesso di graziare in caso di vittoria.
Rapida anche la reazione di Mosca con Maria Zakharova, rappresentante ufficiale del ministero degli Esteri, che definisce la grazia concessa ad Hunter Biden “una caricatura della democrazia”.