WASHINGTON – Un “flusso continuo” di aiuti umanitari a Gaza. La tensione in Medio Oriente cresce e con essa i tentativi della diplomazia internazionale di fermare il conflitto. Dopo il monito sul rischio di escalation arrivato da Teheran, l’offensiva diplomatica a sostegno di Israele non si è fatta attendere.
Le telefonate di Biden
Ieri una telefonata di 20 minuti tra il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e Papa Francesco per individuare nuovi “percorsi di pace”. Seguita in serata da una riunione telefonica di Biden con la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, il primo ministro britannico, Rishi Sunak, il primo ministro canadese Justin Trudeau, il presidente della Repubblica Francese, Emmanuel Macron, e il cancelliere tedesco, Olaf Scholz. Una sorta di G7 telefonico, in cui i leader hanno ribadito il diritto di Gerusalemme di difendersi dal terrorismo ma “nel rispetto del diritto internazionale umanitario, compresa la protezione dei civili”.
Agli avvertimenti di Biden e alleati si sono aggiunti quelli del segretario della difesa degli Stati Uniti, Loyd Austin: “Se qualche gruppo o Paese sta cercando di ampliare questo conflitto e trarne vantaggio il nostro consiglio è di non farlo”, ha dichiarato l’ex generale.
La posizione europea
Intanto in Europa, e più precisamente in Lussemburgo – dove fino a domani si tiene la riunione dei ministri degli Esteri dell’Unione Europea – aleggia l’ipotesi di una nuova conferenza internazionale. “Dobbiamo avere la forza di promuovere una conferenza internazionale di pace che porti alla creazione di uni stato palestinese”, ha detto José Manuel Albares, ministro degli Affari esteri della Spagna che detiene la presidenza di turno del Consiglio.
A fare eco anche l’alto rappresentante della politica estera Ue Josep Borrell. “A Gaza serve carburante per acqua ed elettricità”, ma bisogna “fare di più e più in fretta, in particolare portare a Gaza le cose basilari che fanno sì che l’acqua e l’elettricità vengano ripristinate”, ha detto arrivando al Consiglio degli Esteri.
Proprio lì, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha sottolineato i rischi di un allargamento del conflitto in Medio Oriente. “Serve una de-escalation, ma Hamas non può fare quel che vuole. Stiamo lavorando perché ciò non si trasformi in realtà, la via diplomatica è quella che premia sempre”, ha precisato Tajani. Nel frattempo oggi l’ufficio stampa della Difesa ha reso nota la visita lampo del ministro Guido Crosetto per un incontro con i rappresentanti istituzionali libanesi al contingente italiano Unifil a Beirut, in Libano.