Avanti con le lezioni fino a fine giugno e poi di nuovo tutti in classe nella prima settimana di settembre. Queste le proposte di Patrizio Bianchi, neo ministro dell’Istruzione, che riguardo alla maturità dice no alle prove scritte.
“Non voglio sentir parlare di tesina” ha detto Bianchi, intervistato sul Corriere della Sera. “I maturandi sono alla fine del loro percorso scolastico di cinque anni: dovranno preparare un elaborato ampio e personalizzato”. L’ammissione all’esame sarà decisa del consiglio di classe che dovrà esprimere un parere oggettivo che, però, tenga anche conto dell’anno particolare vissuto dagli studenti. Resta invariato il 16 giugno come giorno di inizio delle prove.
Bianchi ha intenzione di mantenere un continuo dialogo con le Regioni per discutere la possibilità di allungare il calendario scolastico. Per recuperare il tempo perso, il ministro vorrebbe prolungare le lezioni fino al 30 giugno e prevedere il rientro in classe entro la prima settimana di settembre. “Ma la competenza sul calendario è delle Regioni. Dobbiamo decidere valutando i diritti e la vita delle persone” dice. Dirigenti scolastici, docenti e studenti non sono infatti favorevoli alla proposta e tra oggi e lunedì il ministro incontrerà i sindacati per discutere la questione.
Il neo ministro ha parlato poi della necessità di essere cauti “perché la sfida del virus è ancora alta”. Per questo motivo il primo passo sarà quello di somministrare il vaccino anti covid ai docenti e al personale scolastico.
“La pandemia ha esasperato problemi di disuguaglianza che erano già gravi” ha affermato in merito alle difficoltà legate al covid e alla didattica a distanza. L’Italia presenta situazioni molto differenti, con territori emarginati e arretrati. “Io voglio ripartire dal sud che è la zona più in difficoltà” ha aggiunto “perché per rilanciare il sistema si parte da chi è più debole”.
Contraria alle proposte di Bianchi è la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che lo equipara al suo predecessore Lucia Azzolina. “Il suo primo atto è dare un altro colpo al merito e alla valutazione. La scuola avrebbe meritato qualcosa di meglio” dichiara.
