“L’egoismo dei notabili e degli oligarchi che dominano le correnti indica che la cultura egemone della destra egoista e populista sono penetrate dentro il Pd e che c’è stata una mutazione genetica contro la quale occorre assumere l’antitodoto pre-politico: l’amore verso il prossimo senza se e senza ma”. Questa una piccola parte del documento presentato stamattina in conferenza stampa da Goffredo Bettini, senatore Pd. Il testo è stato sottoscritto da 32 personalità militanti o simpatizzanti del Partito Democratico, tra cui la musicista Grazia Di Michele e il filosofo Giacomo Marramao. L’obbiettivo è quello di dibatterlo al prossimo congresso del partito, in modo tale che possa essere una mappa programmatica per il futuro segretario..
I punti del programma. Per prima cosa si prende atto della “sconfitta” nelle ultime elezioni: è sottolineato il passaggio da un governo di “combattimento” contro Berlusconi ad un governo con lo stesso Berlusconi deprecato dalla base. Il secondo punto riguarda la costruzione di un senso dell’esistenza del partito: quest’ultimo dovrebbe indicare con precisione un progetto di società nel quale si riconoscono sia i moderati che i radicali. Nel testo si legge che bisogna far terminare l’esperienza del correntismo: l’elettorato di centro sinistra sarebbe molto più unitario rispetto alle divisioni d’area. Questa forza della base dovrebbe spingere la classe dirigente ad abbattere quel carattere autoreferenziale che serve a solo perpetrare rendite di posizione. L’ultimo punto riguarda la democrazia deliberante: viene richiesta una “cessione di sovranità” alla base che deve essere protagonista delle scelte strategiche del partito. Le primarie non dovrebbero rappresentare solo il momento di selezione della classe dirigente, ma devono essere il laboratorio dell’indirizzo fondamentale del partito, che non può essere lasciato alla mercé di oligarchie che si combattono fra loro.
L’occasione di Renzi. Il sindaco di Firenze nelle ultime primarie non ha avuto successo a Roma. Se vuole guidare la il Pd, necessita consensi dalla capitale. Bettini sostiene che per ora non appoggia nessun candidato, anche se le sue parole, lasciano trapelare una scelta di campo precisa: “Io sono concentrato sulle idee più che sulle persone – afferma l’autore del documento – Renzi è l’unico che potrebbe far camminare delle idee nel Pd”. Bettini è colui che ha guidato Veltroni alla vittoria delle elezioni comunali nel 2006. Lo stesso sindaco di Firenze ha detto che sposa il documento per il rilancio del partito.
Alessio Perigli