Eugenio Scalfari, fondatore de La Repubblica, prende posizione ed attacca senza mezze misure Silvio Berlusconi. Di tutta risposta Alessandro Sallusti, direttore de Il Giornale, prende le difese dell’ex premier ed attacca, di rimando, lo stesso Scalfari.
È questa la sintesi della polemica innescatasi dopo l’editoriale pubblicato domenica dallo stesso Scalfari sul giornale diretto da Ezio Mauro. “Berlusconi ha alimentato i comportamenti e i sentimenti peggiori di quella parte del popolo italiano disponibile a farsi sedurre dalla demagogia o raccolto in clientele lobbistiche o addirittura para-mafiose. Il suo conflitto d’interessi sarebbe stato condannato in qualsiasi Paese democratico e invece perdura tuttora”. Questo uno stralcio di quello che ha scritto l’ex direttore, che poi ha aggiunto “provo vergogna per il mio paese”.
Stizzita ed eclatante, nei modi, la risposta di Sallusti, che ha immediatamente preso le difese del Cavaliere. Il suo Il Giornale ieri ha infatti scelto il titolo a tutta pagina ‘Le vergogne di Scalfari’ e lo stesso Sallusti ha poi ripreso l’attacco di Scalfari nel suo articolo-risposta, indirizzato direttamente all’ex direttore di Repubblica. “Provo vergogna per il mio Paese che Scalfari non abbia mai pagato dazio per essere stato tra i primi firmatari del manifesto-condanna a morte che ha portato all’assassinio del commissario Calabresi”. Ma non solo “Provo vergogna per il mio Paese che il condannato Scalfari (15 mesi di prigione erogati nel 1968 per i falsi dell’inchiesta su un falso tentativo di colpo di Stato) per evitare il gabbio elemosinò alla casta della politica l’immunità parlamentare facendosi eleggere nelle liste del Psi”. Oltre a riesumare quelli che potrebbero avere le sembianze di scheletri nell’armadio di Scalfari, Sallusti non si ferma e getta delle fitte ombre su presunti accordi privati nell’ambito del negoziato Mondadori-Espresso. “Scalfari sa bene che deve proprio alla generosità e alla correttezza di Silvio Berlusconi se nulla è mai trapelato, dai tempi della trattativa Mondadori-Espresso (risalente agli anni 1988-1990), su fatti e accordi privati che – quelli sì – potrebbero gettare disonore e vergogna non sul Paese ma su di lui, poco irreprensibile moralizzatore (non) da quattro soldi”.
La controreplica di Scalfari non è arrivata ma a dare continuità alla querelle ci ha pensato ancora Sallusti. Sul numero de Il Giornale di oggi il giornalista lombardo ha rincarato la dose nei confronti del fondatore de La Repubblica continuando a seminare dubbi su presunte irregolarità di Scalfari. “Sarebbe interessante fare luce se i rapporti tra lui e i suoi editori sono sempre stati chiari, alla luce del sole, o sei invece ci sono dei non detti, e non per legittimo diritto di riservatezza. Così, tanto per fugare ogni dubbio che il grande Scalfari abbia in qualche modo danneggiato le casse dello Stato per somme rilevanti”.
La palla, a questo punto, passa a Scalfari, libero di decidere se replicare o chiudere la polemica, Sallusti permettendo.
Mario Di Ciommo