HomeCronaca Berlusconi ritira l’idea del blitz in Senato. Ma nelle ore che precedono la riunione della Giunta, l’atmosfera rimane incandescente

Berlusconi ritira l’idea del blitz in Senato. Ma nelle ore che precedono la riunione della Giunta, l’atmosfera rimane incandescente

di Giulia Di Stefano10 Settembre 2013
10 Settembre 2013

Clima esplosivo nella villa di Arcore, da dove Berlusconi continua a lanciare duri proclami contro i membri della Giunta del Senato, che sta decidendo in queste ore per la sua eventuale espulsione dal parlamento in base alla dibattuta legge Severino. Ritirata l’ipotesi di un blitz alla Giunta da parte dello stesso Cavaliere, continuano gli attacchi del Pdl: dopo la minaccia di Schifani di far cadere il governo, interviene oggi Brunetta. “Se il Partito democratico assieme ai grillini decide, già questa sera, di votare contro le pregiudiziali del relatore Augello – dichiara il capogruppo del Pdl alla Camera, nel corso della trasmissione Uno Mattina – il Partito democratico fa decadere il governo Letta, molto semplicemente. Non fa decadere il senatore Berlusconi, perché rompe la maggioranza”.

Un Pdl sempre più compatto attorno al leader. “Ormai è chiaro che mi stanno braccando, non c’è mossa che io faccia che non mi saltino addosso da tutte le parti”. E’un Berlusconi furioso, a stento trattenuto da familiari e legali dal fare gesti eclatanti, come il paventato blitz al Senato ipotizzato ieri, quello che lancia invettive da Arcore. “Mi hanno sempre frenato e per ottenere cosa? Nulla!”: Silvio non risparmia nemmeno le colombe del suo partito. Mentre si avvicina il momento della verità, i fedelissimi del Cavaliere fanno però quadrato e ripetono su tutti i media, come un mantra, la minaccia di far cadere il governo in caso di applicazione della legge Severino. Dopo il segnale mandato ieri dal capogruppo al Senato Renato Schifani – “se la Giunta vota contro le pregiudiziali, la maggioranza non c’è più” – arrivano le dichiarazioni di Fabrizio Cicchitto, Renato Brunetta e della Santanchè, che continua a sperare però in un “miracolo, perché solo di questo si tratterebbe”.
Oggi i ministri del Pdl si riuniranno per fare il punto e concordare le mosse: mentre si continuerà a trattare su tutti i fronti, in conto c’è ormai un’uscita eventuale dal governo, in caso di voto stasera o domani sulle pregiudiziali presentate da Augello.

Linea dura del Pd, in testa c’è Renzi. “Ormai è un condannato”: così sentenzia Matteo Renzi, sposando in pieno la linea dura del Pd nei confronti di Berlusconi. I democratici intransigenti hanno ormai dalla loro anche il sindaco di Firenze e la posizione possibilista all’interno del Pd è ormai in minoranza. Fino alla fase del primo grado di giudizio del processo Mediaset, Renzi aveva sostenuto la tesi del “Berlusconi lo voglio in pensione, non in galera”, gradita anche fuori la cerchia Pd. Ma oramai la linea dura dettata dal Nazareno è chiara e lo stesso segretario Epifani non transige sull’argomento. Una ritrovata unità d’intenti, quindi, in un partito scosso da dissensi interni: “le sentenze vanno applicate, è Berlusconi, è il Pdl che devono decidere” ripetono all’unisono tutti i big democratici, da Bersani a D’Alema, Veltroni, Franceschini, Epifani e Renzi, passando per gli antiberlusconiani di sempre come Zanda e Finocchiaro. “Il Pd è assolutamente unito, lo stato di diritto viene prima di qualsiasi cosa” ha assicurato Dario Franceschini.

La posta in gioco è alta. Se si tornasse al voto entro breve tempo, i sondaggi sono buoni per il centrodestra. Questo Berlusconi lo sa e potrebbe rappresentare, nelle sue valutazioni, un contrappeso alla grossa responsabilità di aprire ora una crisi di governo. Il Pd, dal canto suo, sa che non può mancare questa possibilità di mostrare ai propri elettori di avere ancora un’indipendenza di giudizio, al di fuori delle minacce pidielline e dopo i compromessi del governo Letta. L’esito della riunione della Giunta al Senato, convocata per questa sera alle 20, proietta ombre lunghissime sul futuro del Paese. Oggi, Pil italiano al ribasso e spread Btp-Bund tedeschi al rialzo. E il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, ammonisce: è ancora allarme per la situazione economica italiana, che continua a risentire della prolungata instabilità politica.

Giulia Di Stefano

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