Settimana decisiva per capire quali saranno le sorti del Quirinale. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, ha sottolineato che sul voto al Colle sarebbe saggio pensare a un patto e che, al momento, Berlusconi non ha i voti per essere eletto. “Draghi a Chigi – ha aggiunto – è una garanzia per il Paese nell’anno di legislatura che ci rimane, mentre al Quirinale garantisce l’Italia per sette anni. Sono entrambe buone soluzioni. Un governo dei leader se Draghi va al Colle non è probabile, ma ha un senso”. Le sue parole arrivano a conferma del fatto che, attualmente, regna ancora l’incertezza sul nome del prossimo presidente della Repubblica.
Se Draghi resta un’opzione difficile ma ancora in campo, le prossime ore ci diranno se Silvio Berlusconi sarà ufficialmente il candidato del centrodestra. Il vertice di Villa Grande ha fatto capire che l’ex patron del Milan galleggia sui 450 voti, una cifra che non basterebbe ad assicurargli l’elezione. Vanno poi considerati i possibili franchi tiratori. Stando alle ultime indiscrezioni, infatti, uno su cinque potrebbe tradire Berlusconi: un minimo di 40 sui 450 grandi elettori della coalizione.
L’indecisione che ruota attorno al centrodestra è stata confermata anche dal presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti. “Se il centrodestra deciderà di ritirare la candidatura di Berlusconi al Quirinale sempre più tardi – ha dichiarato – è probabile che di fronte a un’opinione pubblica che pretende dai grandi elettori una scelta rapida la candidatura di Draghi diventi il rifugio su cui convergere”.
Nel frattempo, Pd e 5 Stelle si confrontano e pensano a un candidato forte per affossare Berlusconi. Tuttavia, come ha dichiarato l’ex europarlamentare Goffredo Bettini, anche l’ipotesi di un Mattarella bis per un anno è una soluzione che non va esclusa del tutto.