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Berlusconi, ineleggibilità minaccia il governo. Il provvedimento “elimina-avversari” non ha futuro

di Claudia Nardi22 Maggio 2013
22 Maggio 2013

Tensione altissima al governo. All’ordine del giorno, anche oggi, c’è la questione dell’ineleggibilità di Silvio Berlusconi e gli equilibri politici in giunta si decideranno nel giro di ventiquattrore. Il confronto che si sarebbe dovuto svolgere nel primo pomeriggio di ieri è saltato e la convocazione è stata annullata a quattro minuti dall’inizio dei lavori.
Pietro Grasso avrebbe deciso di posticipare la costituzione della Giunta, L’organismo che ha il potere di decidere il futuro politico di ogni singolo eletto, «per assecondare un percorso di accordo fra le opposizioni», ovvero Sel, Lega e Movimento Cinque Stelle.

Il dibattito sull’ineleggibilità è antico e ha origine nella legge 361 del1957, inbase alla quale i beneficiari di concessioni pubbliche, come quelle televisive, sono ineleggibili. Negli anni, per cinque volte, alla Camera al centrosinistra ha respinto ogni richiesta di ineleggibilità del Cavaliere e l’orientamento contrario alla mozione sembra prevalere anche stavolta.

«Sulla questione dell’ineleggibilità di Berlusconi mi pare che non ci sia neanche un motivo di contesa», ha dichiarato il ministro dell’Interno Angelino Alfano durante un’intervista telefonica su Canale 5, sottolineando che «se uno è dichiarato incandidabile e l’altro è dichiarato ineleggibile si vince facile», in riferimento anche alla proposta di legge elettorale presentata dal Pd che tagliava fuori il Movimento 5 Stelle. «Ma si tratta – ha concluso – di problemi superati».

«Non sono per far sì che l’unico modo di vincere sia squalificare gli altri: sono 19 anni che Berlusconi viene eletto. Dobbiamo sconfiggerlo con le idee, non con i giochini sottobanco». È quanto ha detto il sindaco di Firenze Matteo Renzi, auspicando che il Governo Letta sia efficace. «Se il Governo fa le cose per bene – continua Renzi – durerà anche per più di 18 mesi. Se non le fa, è bene che se ne vada a casa il prima possibile».

Beppe Grillo, dal canto suo, rivendica la propria posizione intransigente sull’ineleggibilità di Berlusconi e denuncia, ancora una volta, le carenze dei democratici: «Stamattina eravamo da soli sull’ineleggibilità di Berlusconi.  Nessuno ci ha considerato. Eravamo soli! A Brescia ho visto una cosa incredibile – incalza il leader del Movimento 5 Stelle– ancora questo nano che attacca la magistratura, con Alfano dietro che annuisce come se nulla fosse. Ma vi sembra normale sentire uno di ottant’anni con quattro dita di cerone dire queste cose qui? Con Rodotà presidente – conclude Grillo – Berlusconi sarebbe in galera. Ma anche con Prodi al Colle, il Cavaliere sarebbe già morto».

Ci vorrà tempo per placare gli animi accesi ma, secondo i primi pronostici, dopo un primo giro di tavolo, il provvedimento “elimina-avversari” non avrà futuro e Berlusconi risulterà eleggibile anche stavolta.

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