Dopo le divisioni interne tra Giancarlo Giorgetti e Matteo Salvini sull’adesione della Lega al Partito Popolare Europeo, nuove tensioni agitano il centro-destra, mentre Silvio Berlusconi cerca di smorzare i toni.
In una riunione con i vertici del partito, convocati nella sua residenza di Arcore, il Cavaliere ribadisce la scelta di partecipare alle riunione del Ppe, in programma il 17 e il 18 novembre a Rotterdam, e in quest’ottica rimarca la scelta chiara di Forza Italia di rappresentare il centro liberale, prendendo così distanza dagli alleati sovranisti e dichiarando “di non subirne l’egemonia”.
In merito all’ipotesi di Mario Draghi al Quirinale, se da una parte per Fratelli d’Italia le elezioni sono la via maestra, dall’altra Berlusconi auspica che “il presidente del Consiglio rimanga in carica fino alla fine del suo mandato nel 2023”. La leader di Fdi Giorgia Meloni definisce “folle” l’idea che Draghi possa proseguire il suo governo andando al Quirinale, ma il Cavaliere sottolinea come il suo partito sia “il primo sostenitore del governo Draghi” e ribadisce che il premier “sta lavorando molto bene”.
Per quanto riguarda la sua candidatura al Colle, Meloni e Salvini sono avvertiti, Berlusconi non è disposto a “fare giri a vuoto”. Se da una parte si dice “onorato” dell’appoggio di tutto il centro-destra, dall’altra si smarca dicendo di “non aver sollecitato in alcun modo” la sua candidatura. Il messaggio tra le righe agli alleati del centro-destra è chiaro, il suo nome per il Colle non può essere una bandiera, una candidatura da bruciare ai primi scrutini.