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HomeEsteri Berlino, dialogo tra Spd e Merkel: ipotesi “Grande Coalizione”

Germania, la Spd ci ripensa
trattativa con Merkel
Ipotesi "Grande Coalizione"

Pressioni da parte del Capo dello Stato

Schulz non esclude governo minoranza

di Rossella Melchionna24 Novembre 2017
24 Novembre 2017

epa06345805 A handout photo made available by the German Federal Government shows German President Frank-Walter Steinmeier (L) receiving the leader of the Social Democratic Party (SPD), Martin Schulz (R) to talk about the government formation, at his office in Berlin, Germany, 23 November 2017. The Christian Democratic Union (CDU), the Christian Social Union (CSU), the Greens and the Free Democratic Party (FDP) had held talks to form the next government after the general elections in September but the negotiations failed after the liberal party FDP pulled out overnight 20 November. As a result German President Frank-Walter Steinmeier, holds ongoing talks with German political party leaders to evaluate the possibility of either accepting a minority government or to initiate new elections. EPA/JESCO DENZEL / GERMAN FEDERAL GOVERNMENT HANDOUT HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES

«La Spd non chiude al negoziato». Queste le parole di Hubertus Heil, segretario del partito socialdemocratico tedesco, a seguito di una riunione interna che si è svolta ieri sera alla Willy Brandt Haus di Berlino. La Spd, quindi, sarebbe pronta a dialogare con la Cdu di Angela Merkel, per costruire un governo basato sulla “Grande coalizione”. O, secondo le indiscrezioni di Bloomberg, per l’appoggio a un esecutivo di minoranza.

L’assemblea dell’Spd doveva sciogliere un nodo importante. Proprio ieri pomeriggio Martin Schulz, leader del partito, è stato accolto dal Presidente della Repubblica, Frank-Walter Steinmeier, che lo ha convinto a riaprire le trattative con Merkel. Il Capo dello Stato, da lunedì scorso, aveva chiesto con forza ai partiti un atto di responsabilità, invitandoli a negoziare per scongiurare nuove elezioni. Ma il dubbio sollevato da Schulz, così come dai vertici socialdemocratici, è stato subito uno: come rientrare nella coalizione senza scendere a «compromessi imbarazzanti».

Risalgono solo a pochi giorni fa le dichiarazioni del presidente della Spd che escludeva ogni tipo di accordo con la cancelliera, in crisi dopo il crollo della “Coalizione Giamaica”. Una scelta, quella di allora, dettata dal rispetto per la volontà degli elettori che, con il loro voto, hanno chiesto un cambiamento. Inoltre Schulz aveva ripetuto più volte di preferire nuove elezioni.

Tuttavia ritornare alle urne potrebbe essere controproducente per l’ex presidente del Parlamento europeo, che nell’ultimo turno ha incassato meno del 20% (il peggior risultato della storia). Un esito, secondo gli esperti, scaturito proprio dalla coabitazione con i cristiano-democratici. Il rischio ventilato dagli analisti è che un nuovo voto possa rinforzare ancora di più le formazioni della nuova destra e rendere più instabile il Paese.

Intanto, dal 7 al 9 dicembre, si svolgerà il congresso del partito. Per ora è esclusa l’ipotesi delle dimissioni di Schulz, anche se non mancano le pressioni.

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