“Negli ultimi mesi le parole sono cambiate molte volte e quello che ora aspettiamo sono i fatti, principalmente la legge di bilancio e la successiva discussione parlamentare”. Il presidente della Bce, Mario Draghi, non le manda a dire al governo italiano. Il riferimento è soprattutto alle dichiarazioni di alcuni esponenti dell’esecutivo, che hanno contribuito, nelle ultime settimane, a far crescere lo spread.
“Purtroppo – ha spiegato Draghi – abbiamo visto che le parole hanno fatto alcuni danni. I tassi sono saliti, per le famiglie e per le imprese. Tutto ciò non ha però contagiato granché altri paesi dell’Eurozona, rimanendo un episodio principalmente italiano. La Banca centrale europea – ha proseguito ancora Draghi – si atterrà a ciò che hanno detto il primo ministro italiano, il ministro dell’Economia e il ministro degli Esteri, e cioè che l’Italia rispetterà le regole. Il mandato della Bce è la stabilità di prezzi e il Quantitative Easing è uno degli strumenti con cui lo perseguiamo. Non è nostro compito assicurare che i deficit dei governi siano finanziati in qualsiasi condizione”, ha concluso Draghi.