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La Bce pronta a sparare il bazooka del Quantitative Easing. Intanto lo spread continua a scendere

di Mario Di Ciommo02 Marzo 2015
02 Marzo 2015

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La Banca Centrale Europea è pronta a iniettare 1140 miliardi di euro nel mercato. Lunedì prossimo infatti inizierà il cosiddetto Quantitative Easing, il programma d’acquisto di titoli di stato, ma non solo, che immetterà liquidità nei mercati europei almeno fino a settembre 2016.

Intanto inizia con la giornata di oggi una settimana piena zeppa di dati economici rilevanti che culminerà con il board economico della Bce di giovedì a Cipro.

Nell’occasione i vertici economici europei renderanno note le modalità dell’immissione di denaro attraverso il cosiddetto ‘bazooka’ del Qe.

In primo luogo bisognerà capire come verranno ripartiti e in che modalità i 60 miliardi di euro di acquisti mensili della Bce. Dovrebbero essere tra i 40 e i 45 i miliardi di euro destinati all’acquisto di titoli di stato ma su come verranno rastrellati sul mercato non è ancora dato saperlo. Al momento l’ipotesi maggiormente accreditata è quella dell’acquisto sul mercato secondario, in linea con quanto già avvenuto tra il 2010 e il 2012. Meno probabile invece un acquisto in stile Federal Reserve statunitense, adottando cioè un calendario di aste, in cui vengano precisate in anticipo date e caratteristiche dei titoli da acquistare.

Si tratta di dettagli importanti che, se non esplicati nella maniera adeguata, potrebbero gettare un po’ di scompiglio tra gli investitori, come già successo con il Qe della banca centrale del Giappone.

Nel frattempo sono stati diffusi oggi dall’Istat i dati definitivi sul prodotto interno lordo italiano nel 2014. La ricchezza dell’Italia è calata dello 0,4% negli ultimi dodici mesi tornando in questo modo al di sotto dei livelli del 2000. Aumenta invece il debito pubblico che raggiunge il 132,1% del Pil, il massimo dal 1995, da quando cioè sono state ricostruite le serie storiche.

A lanciare segnali di ripresa c’è l’inaspettato dato che riguarda la disoccupazione, calata anche a gennaio e che si attesta al 12,6%, diminuendo dello 0,1% rispetto a dicembre e ritornando in questo modo ai livelli di un anno fa. Segnali incoraggianti arrivano anche dall’indice Pmi sul settore manifatturiero che sale oltre le attese e si attesta a 51,9 punti, ritornando sopra i 50 punti (la soglia che separa la contrazione dall’espansione) dopo cinque mesi.

Infine Eurostat rende noti i dai sull’inflazione, indicatore diventato di primaria importanza negli ultimi tempi per scongiurare la sua nemesi: la deflazione. A febbraio il tasso di inflazione annuale è atteso a quota -0,3% rispetto a -0,6% a gennaio. Resta quindi un quadro in deflazione ma con spiragli di recupero incoraggianti.

Continua inarrestabile invece la discesa dello spread tra Btp italiani e Bund tedeschi che tocca un nuovo minimo da maggio 2010 arrivando a 96 punti base. Il rendimento dei titoli decennali italiani scivola così all’1,3% avvicinando i corrispettivi spagnoli, che corrispondono invece circa l’1,2% di interessi.

Mario Di Ciommo

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