Continuano le incomprensioni tra la Germania e la Banca Centrale Europea sull’impiego di circa 80 miliardi di euro del Fondo Salva-Stati per investimenti a favore di crescita ed occupazione.
Dopo Angela Merkel, che nei giorni scorsi si era detta contraria all’utilizzo di questi fondi per investimenti pubblici, il fronte tedesco stringe le fila ed a lanciare un attacco contro l’Eurotower questa volta è il ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble.
“Gli 80 miliardi di euro previsti dal programma di salvataggio europeo sono fondi per difendere la moneta unica e creare credibilità, non sono a disposizione per idee creative” ha detto il ministro di fronte al Bundestag, la camera bassa del Parlamento federale.
Le ‘idee creative’ sono rappresentate dalla possibilità da parte della Banca Centrale di acquistare Abs, prestiti bancari cartolarizzati.
“Siamo pronti a ricorrere a nuove misure non convenzionali per il rilancio economico ed occupazionale perché la ripresa è troppo lenta” ha dichiarato Mario Draghi a Vilnius, dove si è recato per dare il benvenuto alla Lituania, che dal prossimo gennaio adotterà l’euro come moneta.
Il duello tra Bce e governo tedesco è proseguito a distanza percorrendo un asse immaginario tra Berlino e Vilnius. “Non sono particolarmente felice del piano di acquisti di prestiti bancari cartolarizzati da parte della Banca centrale europea – ha proseguito Schaeuble – questo potrebbe creare conflitti d’interesse tra le attività della Bce, che da novembre assumerà anche il ruolo di vigilanza centrale sulle banche europee”.
Da Francoforte al momento nessuno replica e un secco no comment alle dichiarazioni teutoniche è stato il diktat delle alte cariche europee. La Bce in ogni caso resta decisa ad intraprendere la strada degli investimenti, necessari per ridurre il tasso di disoccupazione dell’Unione, identificato come il problema numero uno da Mario Draghi.
Davanti alle emergenze infatti interventi di tipo nuovo sono assolutamente entro i limiti del mandato della Eurotower che però dovrà continuare a vedersela con l’opposizione della prima economia europea, la Germania appunto.
Mario Di Ciommo