Un’altra stretta monetaria per contenere la recessione? I mercati europei attendono la comunicazione sui tassi d’interesse della Bce, prevista per il primo pomeriggio. Nella riunione di settembre della Banca centrale europea la presidente della Bce Christine Lagarde fa da mediatrice tra due correnti opposte: da un lato i “falchi”, sostenitori del rialzo dei tassi come rimedio contro l’inflazione (ad agosto al 5,3% nell’eurozona), dall’altra le “colombe”, che, invece, propongono un allentamento del rigore per andare incontro alle esigenze dei cittadini ed evitare così un’ulteriore contrazione dei consumi.
Solo ieri la Bce aveva espresso un parere critico sulla tassa sugli extraprofitti delle banche: “Non va usata per risanare il bilancio”, aveva spiegato Francoforte. In risposta la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, alle prese con la manovra e le divisioni interne alla maggioranza, ospite a “Porta a Porta” da Bruno Vespa, ha tirato dritto: “Rivendico il provvedimento: non c’è alcun intento punitivo”.
Intanto, il rallentamento dell’economia europea, alla luce dei dati sulla crescita al ribasso pubblicati l’11 settembre dalla Commissione europea (dall’1,1 % allo 0,8 % per il 2023), preoccupa Confcommercio: “L’economia italiana quest’anno è cresciuta più di altri Paesi europei, ma oggi preoccupa il suo rallentamento. Serve una boccata di ossigeno in grado di rimettere in moto i consumi”, ha spiegato il presidente Carlo Sangalli. Nella presentazione della congiuntura autunnale Mariano Bella, direttore dell’Ufficio studi Confcommercio, ha rivelato di essere ottimista: “Il valore tendenziale dell’inflazione di ottobre, in assenza di shock, scende dal 5,3% all’1,9%”, ha detto Bella.
Un dato che, se confermato, darebbe sollievo all’economia mondiale, in un momento storico in cui la Cina si pone “fra i principali motori del debito globale”, che, spiega il Fondo monetario internazionale, resta sopra i livelli pre-pandemici.