Ennesima tragedia nel canale di Sicilia. Dieci migranti sono morti durante un naufragio che ha causato il rovesciamento del barcone su cui viaggiavano 131 le persone a largo delle coste libiche. La nave della Guardia costiera, allertata dal rimorchiatore di una piattaforma petrolifera, è intervenuta sul posto riuscendo a recuperare i corpi delle vittime e traendo in salvo i 121 superstiti. L’imbarcazione militare, che prima di quest’ultimo intervento aveva già soccorso 318 extracomunitari, è adesso in viaggio verso il porto di Augusta. La Procura di Siracusa ha aperto un’inchiesta per omicidio plurimo colposo contro ignoti.
Cinque gommoni e due barconi soccorsi. In poco meno di 24 ore ieri sono state sette le operazioni di soccorso svolte dalla Guardia costiera, per un totale di 941 migranti salvati nel Canale di Sicilia e di probabile provenienza siriana, palestinese, tunisina, libica e sub sahariana. Tra loro 30 bambini e più di 50 donne, di cui una incinta trasferita d’urgenza sulla nave da una motovedetta per effettuare prontamente i primi soccorsi medici.
Stracolmi i porti siciliani. Oltre 135 migranti arriveranno a Pozzallo trasportati da una petroliera, 319 approderanno invece a Porto Empedocle, mentre la nave Dattilo della Guardia Costiera sta portando ad Augusta 439 profughi e i corpi delle dieci vittime del naufragio di questa mattina. Le imbarcazioni militari stanno ancora pattugliando la zona di mare nei pressi delle coste della Libia alla ricerca di altri superstiti. La polizia sta analizzando i filmati del naufragio per individuare gli scafisti che avrebbero causato il rovesciamento dell’imbarcazione. Ma i numeri degli sbarchi potrebbero ancora aumentare con l’arrivo della bella stagione.
Flavia Testorio