Alla fine Steve Bannon ha ceduto alle pressioni e ha mollato. L’ex capo della strategia della Casa Bianca ha lasciato la guida del sito ultraconservatore Breibart News, di cui era presidente esecutivo dal 2012, attraverso una nota diffusa da lui stesso. Il motivo per cui Bannon ha abbandonato il più importante sito dell’alt right americano sarebbe da imputare alla polemica degli ultimi giorni nata in seguito alla pubblicazione del libro “Fire and Fury”, scritto dal giornalista Michael Wolff. A pesare sulle sue dimissioni sarebbero state delle osservazioni, attribuite a Bannon, su Donald Trump (avrebbe messo in dubbio la salute mentale del presidente) e sul figlio maggiore. Non sono mancate poi le accuse al genero, Jared Kushner. Bannon ha sostenuto che i due si sono incontrati con rappresentati del governo russo per avere informazioni su Hillary Clinton in piena campagna elettorale.
Le dimissioni di Bannon sono state un passo obbligato: la massima finanziatrice di Breitbart, la miliardaria Rebekah Mercer, nei giorni scorsi aveva intimato di ritirare i finanziamenti al sito se Bannon fosse rimasto al suo posto dopo la pubblicazione del libro.
Accusato a più riprese di razzismo e antisemitismo, l’esperienza di Steve Bannon alla Casa Bianca è durata poco. Non amato dalla figlia del Presidente Ivanka e da suo marito Jared Kushner, era diventato consigliere del presidente, posizione da cui era stato licenziato dallo stesso Trump lo scorso agosto. Il motivo dell’allora licenziamento fu la disastrosa gestione dei fatti di Charlotteville, dove Bannon trattò con estrema indulgenza i suprematisti bianchi che sfilarono nella cittadina americana, arrivando a equiparare i razzisti del Ku Klux Klan a quelli che gli manifestavano contro.