Scade oggi 11 febbraio il mandato del vicedirettore generale della Banca d’Italia Luigi Federico Signorini. L’iter per la successione dei vertici di Bankitalia è aperto, ma non si è arrivati a un diniego formale. Secondo la normativa, la nomina o il rinnovo inizia dalla proposta del Consiglio Superiore della Banca d’Italia – che ha già preso avvio lo scorso 16 gennaio – e avviene con decreto del Presidente della Repubblica su proposta del presidente del Consiglio, insieme al ministro dell’Economia. Nel frattempo il direttorio lavora nel pieno delle sue funzioni.
La successione di Signorini – già da venerdì sera – ha suscitato conflitti e polemiche durante la riunione del Consiglio dei Ministri. Nella riunione dell’8 febbraio è infatti arrivato lo stop a Signorini da parte dei ministri del Movimento 5 Stelle che è invece stato fortemente sostenuto dal ministro dell’Economia Giovanni Tria che ieri ha dichiarato che “l’indipendenza di Via Nazionale va difesa”. L’affermazione del titolare del Tesoro non è passata inosservata e subito è stata etichettata come opposta a quella dei due vicepremier – Di Maio e Salvini – ma il ministro, attraverso la sua portavoce, ha fatto sapere che definisce la sua posizione quasi scontata, ma soprattutto contraria a nessuno.
“Non conosco Signorini come persona. Chi da tanti anni doveva vigilare e non ha vigilato, deve trarre le conseguenze da questa mancata vigilanza. Non è una questione ad personam: se qualcuno è pagato a vigilare sulle banche e non lo fa, farà qualcosa altro nella vita, mi pare così chiaro” ha dichiarato Matteo Salvini ai microfoni di Sky. Non tarda ad arrivare anche la dichiarazione dell’altro viceministro Luigi Di Maio che afferma: “C’è bisogno di discontinuità”.
È poi emerso nelle ultime ore che l’idea dell’esecutivo sarebbe quella di usare una parte delle riserve auree per dirottarle sulla spesa, evitando così una manovra correttiva e l’aumento dell’Iva nella legge di Bilancio del prossimo anno. Il ministro leghista Gian Marco Centinaio ha commentato: ”Non ho mai sentito parlare in Consiglio dei Ministri dell’idea di mettere mano sull’oro della banca. Impensabile, vorrebbe dire che in dieci anni verrebbero azzerate le riserve auree del Paese”.
Il vicepremier Matteo Salvini, in conferenza stampa alla Camera, ha appena dichiarato: “L’oro è di proprietà degli italiani, non di altri”.