Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni prova a gettare acqua sul fuoco. Con la cautela di uno sminatore avanza, cerca di smorzare la tensione, di disinnescare l’ordigno attivato dalla mozione parlamentare contro il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, presentata dal Pd martedì scorso su indicazione del segretario Dem Matteo Renzi. Fonti di Palazzo Chigi parlano di “piena sintonia con la sottosegretaria Maria Elena Boschi”. A chi gli sta vicino, però, il premier spiega: “Ora devo raccogliere i cocci e incollarli”. Perché il siluro lanciato da Renzi è destinato a lasciar traccia.
La mozione Pd chiedeva discontinuità sulla gestione Visco. Una trappola perfetta, congegnata per scattare e mettere all’angolo il governo. Perché, come svela una chat segreta tra il ministro Anna Finocchiaro e diversi parlamentari Pd, la direzione Dem era pronta a mandare sotto il governo, facendo passare la mozione a forza. Una sorta di sfiducia del partito al governo di cui costituisce la maggioranza parlamentare.
Del resto, per la corsa di Renzi allo scranno di presidente del Consiglio, Gentiloni rappresenta una figura ingombrante. E visto il consenso bipartisan che converge sul presidente del Consiglio, per le sue capacità di moderare le parti e garantire la stabilità del paese, l’ex amico fraterno è più un ostacolo che un aiuto per l’ambizione renziana.
A riconferma del suo stile da rottamatore, il segretario Pd, dopo aver scatenato la tempesta perfetta, va avanti a testa a bassa. E così a Otto e mezzo, su La 7, ieri sera ha dichiarato: “Se Visco dovesse essere confermato, non sarà una mia sconfitta”. Rincarando immediatamente la dose: “Io sono dalla parte dei risparmiatori – sottolinea Renzi –. Chiedere un rinnovo del governatore di Bankitalia non è lesa maestà”.
E sull’ex premier Dem piovono gli attacchi dei big del partito. Romano Prodi è secco: “Una mozione improvvida”, quello di Renzi è “un tentativo maldestro”. Netta anche la presa di posizione di Walter Veltroni, che giudica la mozione renziana “incomprensibile e ingiustificabile”. Per Lamberto Dini si tratta di “un errore del segretario Pd, sia in termini di voti che di credibilità personale”.
Nel frattempo è arrivato anche l’appello firmato da numerosi economisti italiani a sostegno del governatore Visco, pubblicato dal Sole 24 Ore. 46 nomi famosi, docenti universitari di tutta Italia di varie correnti, si appellano al Presidente della Repubblica per mantenere intatti i vertici di via Nazionale, “perché – scrivono – la mozione approvata dalla Camera produce un pericoloso, ingiustificato e inutile danno alla reputazione internazionale della Banca d’Italia e dell’intero paese”.
Ora si apre la partita sulla manovra. Gentiloni teme possibili assalti da parte di pattuglie renziane al momento dell’approvazione della legge di Stabilità in Parlamento: il piano del segretario Dem per presentarsi alle elezioni nel pieno della sua veste di rottamatore è appena all’inizio.