Dopo quasi due anni di indagini, è stata sgominata una banda transnazionale specializzata nella clonazione delle carte di credito che operava tra l’Italia e la Bulgaria. L’iter preparatorio era sempre lo stesso, ripetuto e seguito meticolosamente. Prima venivano installate, nei bancomat a maggiore affluenza turistica di Roma, microtelecamere e apparecchiature in grado di leggere i dati delle carte di credito, poi le informazioni raccolte (PIN e codici segreti) venivano inviate via internet in Indonesia e a Bali dove le carte venivano materialmente clonate e utilizzate per i prelievi illeciti di denaro.
L’operazione Dolly Card, partita alla fine del 2012, ha portato alla luce un giro d’affari che fruttava più di 100mila euro al giorno. La lunga attività investigativa, condotta grazie al sostegno dell’Europol, ha portato all’arresto in flagranza di reato di 21 truffatori mentre nel fine settimana sono state emesse sette ordinanze di custodia cautelare in carcere. Sono ancora 15 i componenti della banda denunciati in stato di libertà.
L’associazione per delinquere, composta da 43 persone di nazionalità prevalentemente bulgara, aveva diverse basi operative a Roma e a Sofia dove, tramite sofisticate apparecchiature elettroniche, le carte di credito venivano assemblate. Gli inquirenti hanno recuperato, a sostegno dell’ipotesi investigativa, 78 congegni di clonazione, 33 microtelecamere e centinaia di carte già clonate. I turisti truffati nel centro di Roma sarebbero centinaia.
Valerio Dardanelli