Ci siamo, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha promulgato la legge che istituisce la Commissione d’inchiesta sulle Banche. E precisa: “Il Parlamento è sovrano, ma non ci sarà controllo del credito”. Nello specifico, il Parlamento dovrà vigilare, affinché l’interpretazione della normativa rispetti i principi costituzionali.
Superate, quindi, le perplessità del Capo dello Stato, che temeva – fra le conseguenze – una sorta di processo a Bankitalia, la cui indipendenza, aveva ribadito ieri il Capo di Stato, andava tutelata.
L’istituzione della Commissione era una priorità del Movimento 5 Stelle, rimarcata anche nelle precedenti ore: “Deve essere avviata il prima possibile”, aveva ribadito questa mattina, intervistato sulle pagine di Repubblica, il vicepremier Lugi Di Maio. In suo supporto, poi, erano arrivati anche i capigruppo di Camera e Senato del Movimento, Francesco D’Uva e Stefano Patuanelli. “Lo dobbiamo innanzitutto ai cittadini truffati. Ma lo dobbiamo anche ad un principio di trasparenza che abbiamo promesso agli italiani e su cui non abbiamo la minima intenzione di arretrare. La Commissione di inchiesta deve partire”, recitava la loro nota congiunta.
E sui presunti veti intorno alle nomine, invece, si è esposto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte: “Non ho posto nessun veto su nessun singolo parlamentare, vorrei anche chiarire che stiamo parlando di una Commissione parlamentare, non è una prerogativa del presidente del Consiglio designare il presidente di una Commissione Parlamentare e non intendo sostituirmi al Parlamento”, ha dichiarato rispondendo a una domanda sulla Commissione parlamentare sulle banche, ad Assisi. Sulla nomina del senatore 5 Stelle Gianluigi Paragone come presidente della Commissione, infatti, si era parlato di un possibile dietrofront dei pentastellati, per via dei presunti veti del presidente Mattarella, del governatore di Bankitalia Ignazio Visco e del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti.