La Corte di giustizia Ue, accogliendo il ricorso dell’Italia e della Banca Popolare di Bari ha annullato la decisione della Commissione Ue che nel 2015 aveva bocciato l’intervento del Fitd (Fondo interbancario tutela dei depositi fondo interbancario) a favore di Banca Tercas.
Il Tribunale con sede in Lussemburgo ha stabilito «che la Commissione europea non ha dimostrato che i fondi concessi a Teramo Cassa a titolo di sostegno del Fitd fossero controllati dalle autorità pubbliche italiane».
Nel merito della decisone si legge che “il Fitd pur svolgendo un’attività di pubblica utilità si configura come un’istituzione di natura privata che ha agito in modo autonomo al momento dell’adozione dell’intervento a favore di Banca Tercas, senza costituire in alcun modo l’esecuzione di un mandato pubblico”.
La vicenda risale al 2014 quando il Fitd aveva concesso fondi pari a 330 milioni di euro per salvare la voragine di Banca Tercas, propedeutica alla ricapitalizzazione della Popolare di Bari. In questa occasione l’allora ministro degli Esteri Paolo Gentiloni si era visto recapitare a febbraio del 2015 una lettera recante in calce la firma di Margrethe Vesteger ancora oggi commissario europeo per la concorrenza.
Secondo Bruxelles l’intervento a sostegno dell’istituto violava la disciplina degli aiuti di Stato risultando lesivo per la concorrenza oltre a ritenere che dietro al quel salvataggio ci fosse la regia dello Stato italiano.
La condanna arrivata da Bruxelles ebbe conseguenze nefaste per l’Italia: il Fitd strozzato dalla decisone europea lasciò sprofondare le banche Etruria, Marche, Carife e Carchierti, insieme a migliaia di risparmiatori.
L’Associazione bancaria italiana esprime “grande soddisfazione”, con il presidente Antonio Patunelli che ora chiede alla Commissione di rimborsare “i risparmiatori e le banche danneggiate dalle sue non corrette decisioni”.
Su Twitter il presidente della commissione Finanze del Senato, Alberto Bagnai ha definito “epocale” la sentenza ed ha annunciato che verranno chiesti i danni.