Con l’attuale panorama d’incertezza economica causata dall’epidemia globale, la distribuzione dei dividendi slitta e i mercati continuano a essere negativi. Anche il petrolio mostra segni di debolezza, toccando il prezzo minimo degli ultimi 17 anni.
Dopo l’invito della Banca centrale europea e di Bankitalia a non distribuire cedole ed eseguire buy back almeno fino a ottobre, gli istituti si sono adeguati, rimandando i dividendi del 2019. Questa decisione ha però conseguenze sui mercati: Unicredit perde il 7%, Intesa il 6,9%, le olandesi Ing e Abn Amro, rispettivamente, l’8,5% e il 7,3%.
Sui mercati pesa anche il nulla di fatto dell’ultimo Consiglio europeo sui Coronabond proposti dall’Italia. L’avvio di seduta era stato in lieve rialzo, ma le borse hanno segnato subito un calo. La peggiore è Madrid (-2,5%), seguono Parigi (-2%), Londra (-1,5%), Milano (-1,2%) e Francoforte (-0,8%). Lo spread tra Btp e Bund è a 194.3 punti base.
Le borse cinesi hanno chiuso la seduta in negativo: l’indice Composite di Shangai cede lo 0,90%, mentre quello di Shenzhen perde il 2,11%.
Seul ha azzerato le perdite nel finale, chiudendo la seduta poco sotto la parità: l’indice Kospi cede 0,61 punti.
Sul greggio pesa il crollo dei consumi per la paralisi dell’economia mondiale e le schermaglie tra Russia e Arabia Saudita. Il West Texas Intermediate, il barile di riferimento per il mercato americano, ad un certo punto è andato sotto la soglia dei 20 dollari. Il minimo negli ultimi 17 anni. Il greggio del Texas adesso scambia a 20,7 dollari con un calo del 3,63%. Crolla anche il Brent: -5,6% a 23,53 dollari.