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HomeEconomia Banca popolare di Vicenza: Fiamme Gialle al lavoro. Sequestri per 356 mila euro

Crac Banca di Vicenza
Fiamme Gialle al lavoro
sequestri per 356 mila euro

La cifra coprirà le spese processuali

Tra gli imputati anche l'ex presidente

di Luisa Vittoria Amen19 Gennaio 2018
19 Gennaio 2018

An outside view of a Banca Popolare di Vicenza branch in Milan, Italy, Monday, June 26, 2017. Premier Paolo Gentiloni defended the swift action by the government as vital for ensuring Italy's slow economic recovery isn't derailed by a "disorderly" failure of Veneto Banca and Banca Popolare di Vicenza. The two banks are based in the northeast Veneto region, one of Italy's most economically productive. They serve many of the small and medium-sized businesses that are the backbone of the nation's economy.(ANSA/AP Photo/Luca Bruno) [CopyrightNotice: Copyright 2017 The Associated Press. All rights reserved.]

Gli uomini del gruppo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Vicenza, sono al lavoro da stamattina per eseguire alcuni provvedimenti di sequestro conservativo disposti dal Tribunale. L’ordinanza ha coinvolto 5 persone, imputate nell’inchiesta sul crac della Banca Popolare di Vicenza, il cui processo è ancora in fase di udienza preliminare. Sono sette invece, gli ex dirigenti per i quali la procura ha richiesto il rinvio a giudizio nel luglio 2017. Tra questi, l’allora presidente Gianni Zonin.

Secondo quanto si apprende, il sequestro conservativo riguarda le spese del procedimento, come previsto dal codice penale, per un importo complessivo di circa 356 mila euro, cifra che servirà a coprire le spese processuali affrontate fino a ora ma che potrebbe arrivare ad un valore totale di 1 milione e 750 mila euro considerando i sequestri ai singoli imputati.

Lo scorso dicembre, durante l’audizione in commissione banche, Zonin aveva lamentato una consistente perdita di soldi nel crac della banca. L’ex presidente della popolare di Vicenza aveva poi negato di essere mai stato a conoscenza dei cosiddetti “finanziamenti baciati”, ovvero i prestiti connessi all’acquisto di azioni, e aveva smentito anche ogni suo coinvolgimento o intromissione nei comitati esecutivi. Per quanto riguarda gli altri imputati, tra cui anche l’ex direttore generale Samuele Sorato, saranno chiamati a rispondere delle accuse di ostacolo all’attività di vigilanza, aggiotaggio e falso in prospetto.

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