La Procura di Bari ha acquisito la registrazione audio diffusa da Fanpage.it in cui Vincenzo De Bustis, ex amministratore delegato della Banca Popolare di Bari, raccontava in un vertice con i dirigenti dell’istituto di credito dei conti finiti nel mirino della magistratura: “Quando sono arrivato la prima volta, chiesi di vedere i dati delle filiali. Tutti truccati. Taroccati persino i conti economici delle filiali”. De Bustis ha poi aggiunto: “Questa banca è un esempio di scuola di cattivo management. Troppi costi e pochi ricavi”.
Intanto sul fronte politico slitta la seduta per eleggere il presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle crisi bancarie e finanziarie. Elio Lannutti, il senatore candidato dal Movimento 5 Stelle per guidare la commissione, si è rifiutato di fare un passo indietro nonostante suo figlio lavori a Roma per quella stessa banca. Subito è stata sollevata la questione del conflitto di interesse generando non poco imbarazzo all’interno dei pentastellati. Peraltro Lannutti è lo stesso che twittò un articolo che faceva riferimento ai “Protocolli dei Savi di Sion”, testo che richiama l’antisemitismo.
La capogruppo alla Camera di Italia Viva Maria Elena Boschi ha dichiarato che il senatore grillino per loro è invotabile. Anche il Pd si sfila con Francesco Boccia. Secondo il ministro per gli affari regionali e le Autonomie: “Il presidente della Commissione di inchiesta bicamerale deve essere un arbitro. Se entra dentro con un pregiudizio non è più un arbitro e diventa un giocatore”, ha detto ad Agorà su Rai Tre.
Stefano Patuanelli, ministro pentastellato dello Sviluppo economico ha invece difeso Lannutti attaccando Bankitalia: “Evidentemente c’è una difficoltà degli organi di vigilanza a rispettare fino in fondo il loro compito di vigilanza”, ha detto Patuanelli. Il ministro sempre sulla Popolare di Bari poi ha aggiunto: “È stato importante intervenire per tempo, per dare prospettive di salvataggio all’istituto, non perché bisogna salvare la banca ma le persone che hanno i soldi lì dentro. Però va fatto un miglioramento molto serio sugli istituti di vigilanza perché è oggettivamente inaccettabile che continui l’andazzo degli ultimi dieci anni”.
Non è d’accordo l’ex ministro del Mef Pier Carlo Padoan, che invece difende Bankitalia: “Nessuno dica che la Vigilanza ha dormito, perché Banca d’Italia portò alla luce alcune criticità nella Popolare di Bari sin da prima dell’entrata in vigore di quel nostro decreto”. Il riferimento è alla riforma delle banche popolari del 2015.