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Dani Alves e la banana, quando l’intelligenza sconfigge il razzismo

di Valerio Dardanelli29 Aprile 2014
29 Aprile 2014

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Il gesto di Dani Alves, formidabile ala del Barcellona, che ha raccolto e mangiato la banana che un tifoso del Villareal gli aveva tirato in segno di scherno, ha fatto il giro del mondo ed è già entrata nella galleria delle immagini che hanno segnato un’epoca. Il fatto è ben conosciuto: al minuto 76 di Villareal-Barcellona, un tifoso della squadra di casa lancia in campo quello che nell’immaginario collettivo è il frutto dell’amore ma che nelle sue intenzioni doveva essere un’offesa razzista. Per tutta risposta, Dani Alves raccoglie la banana, la sbuccia e la mangia. Poi batte il calcio d’angolo come se nulla fosse stato. Alla fine della partita, Neymar, brasiliano anche lui e compagno di squadra di Dani Alves, lancia l’hashtag #siamotuttiscimmie e si fotografa con una banana in una mano e il figlioletto biondo nell’altra. E scatta la magia della condivisione.

Le adesioni si moltiplicano nel giro di poche ore. La conduttrice televisiva Marilò Montero sbuccia e mangia una banana in diretta. Matteo Renzi e Cesare Prandelli si fanno immortalare con la banana in mano e improvvisano un siparietto davanti alle telecamere. Molti calciatori esprimono con un autoscatto la propria solidarietà a Dani Alves. L’elenco è lunghissimo e comprende i nomi illustri di Aguero, Balotelli, Lucas, David Luiz, Suarez e Roberto Carlos che, quando giocava in Russia, fu vittima dello stesso episodio ma rispose in modo diverso, abbandonando indignato il terreno di gioco. 

Dopo aver appreso dell’individuazione del tifoso responsabile, cui è stato ritirato l’abbonamento e interdetto l’ingresso allo stadio a vita, Dani Alves ha scherzato sull’episodio: «Noi brasiliani siamo un popolo felice, con la samba nei piedi e quel tifoso mi ha aiutato… quando ho cominciato a giocare mio padre mi diceva sempre di mangiare banane per evitare i crampi. Come avrà fatto a indovinare?».     

Valerio Dardanelli       

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