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Roma, bambino cacciato dalla palestra perché disabile

di Alessandra Aurilia10 Marzo 2015
10 Marzo 2015
(Bambini a lezione di Kung-fu)

(Bambini a lezione di Kung-fu)

Clamorosa la vicenda che nei giorni scorsi ha investito una palestra privata romana del quartiere Tuscolano, dove un bambino portatore di handicap è stato cacciato da un corso di arti marziali.
Il bimbo si chiama Tiziano, ha 7 anni ed è affetto dalla sindrome di Rubinstein-Taybi, una rara malattia congenita che causa disturbi cognitivi e comportamentali. Un bambino allegro, in grado di capire tutto e di stringere amicizie, malgrado non riesca a parlare.
Già iscritto a un corso di nuoto, nei mesi scorsi Tiziano aveva deciso di cominciarne uno di Kung-fu in una palestra sulla Tuscolana. Nessun problema al momento dell’iscrizione, ma all’improvviso, qualche giorno fa, è stato messo alla porta.

Al maestro dava fastidio. Sembra che l’istruttore non volesse Tiziano nel suo corso. Questa la spiegazione fornita dai proprietari della palestra ad Emanuela Capanna, la madre del bambino, che ora minaccia di agire per vie legali. ‹‹È una scandalosa discriminazione – ha detto la donna – mio figlio aveva tutto il diritto di seguire quelle lezioni. Non avevamo nascosto il suo problema e ha fatto ben due giornate di prova perché la proprietà potesse verificare la situazione. Io stessa ho chiesto subito se fossero in grado di gestirlo e, conosciuto il bambino, mi è stato assicurato che non ci sarebbero stati problemi››. Ma ora Tiziano non può più tornare a lezione. Da giorni ripete la parola “Kung-fu” in attesa che la mamma lo porti in palestra, ma la donna è costretta a inventare ogni volta una scusa diversa. ‹‹Non posso dirgli che non lo vogliono – ha spiegato la madre – è uno scandalo››.

L’appello dell’US Acli. La vicenda di Tiziano ha scosso le coscienze, suscitando l’intervento dell’Unione Sportiva Acli di Roma. ‹‹È un episodio grave che offende tutta la città di Roma e tutti coloro che credono nell’integrazione nella cultura del rispetto – ha dichiarato in una nota il presidente Luca Serangeli – per questo vogliamo esprimere la nostra solidarietà e vicinanza alla famiglia e mettiamo a disposizione uno dei centri sportivi affiliati US Acli per far svolgere al ragazzo attività sportiva gratuita››.

Alessandra Aurilia

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