Due giorni di sospensione a sette anni: è questo il provvedimento adottato dall’istituto Corrado Melone di Ladispoli nei confronti di quattro alunni di seconda elementare che si sono rifiutati di scrivere sul diario il rimprovero scritto alla lavagna dall’insegnante di italiano per non aver svolto i compiti di grammatica. Probabile che i bimbi, due maschi e due femmine, avessero paura di essere rimproverati a casa: e così hanno pensato di strappare la pagina, di nasconderla o, nella più audace delle azioni, fatto finta di scrivere il rimprovero.
Le famiglie si sono divise tra approvazioni e feroci critiche: “Effettivamente l’atteggiamento di mio figlio che ha strappato la pagina del diario è stato molto negativo, perciò a casa ho raddoppiato la punizione inflitta dalla scuola. Certo è un provvedimento tanto forte però sono certa che i bambini capiranno la lezione” ha detto una mamma “solidale”. Mentre c’è chi non nasconde totale disapprovazione: “Una follia spedire a casa per due giorni alunni di quell’età, non siamo assolutamente d’accordo, è una punizione esagerata”.
I provvedimenti disciplinari contro piccoli alunni disobbedienti, però, ultimamente sono frequenti. Sempre nella giornata di ieri, in provincia di Monza, due bambini, stavolta addirittura dell’asilo, si sono azzuffati e hanno litigato pesantemente in quella che è sembrata una vera e propria rissa. La loro maestra, intervenuta per dividerli, è scivolata e ha battuto la gamba: portata in ospedale, è stata immediatamente dimessa con un ematoma e una prognosi di tre giorni. La dirigente scolastica, anche in questo caso, ha optato per la severità, e ha sospeso i due bimbi fino alla chiusura degli istituti, prevista per il 27 giugno.
In questo caso però, l’indignazione dei genitori è stata unanime, con tanto di striscione polemico posto al di fuori della struttura con su scritto “La scuola è educazione, non espulsione”. Dura contestazione anche nei riguardi della maestra portata in ospedale, a detta di qualche mamma autrice di una sceneggiata vera e propria: “Non ha niente, l’abbiamo vista e sta benissimo: anzi, scivolando è caduta su uno dei due bimbi che ha preso una bella botta alla spalla, ma non c’è stato mica bisogno dell’ospedale”.
Severità estrema da un lato, proteste e comprensione dall’altro, pur tenendo a mente la differenza dei due episodi, sia per l’età dei bambini coinvolti (meno di 5 anni nel primo, circa 7 nel secondo) che per il corso dei fatti.
Nel caso dei quattro bambini di Roma, gli psicologi interpellati si sono schierati contro il provvedimento: “La scuola ha sbagliato a sospenderli – sostiene il dottore ladispolano Raffaele Cavaliere – anche perché a fine anno scolastico. Il problema andava risolto in altro modo”.
Quanto all’episodio di Monza invece, la questione potrebbe assumere contorni legali, visto che le madri si sono rivolte ad un avvocato: “Ci hanno detto che il provvedimento non era attuabile, tanto che volendo i bambini avrebbero potuto venire oggi, facendosi accompagnare dai carabinieri” ha detto una delle due mamme.
Stelio Fergola