La fase 2 della lotta al Covid-19 si avvicina sempre di più, portando con sé una lista di divieti e deroghe che continuano a far discutere. In questo complesso scenario, la ministra per le Pari opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, continua la sua battaglia per tutelare i più piccoli, ricordando che “l’ora d’aria per i bambini è un diritto fondamentale, necessario per poter vivere l’infanzia”.
In questo periodo storico unico, è inutile cercare una categoria che “soffre” più delle altre per via delle misure restrittive attuate dal governo, ma è giusto voler tutelare i più deboli, i bambini, che da un giorno all’altro hanno visto negato il loro diritto al gioco, all’andare in bicicletta, a correrei sui prati insieme agli amici, subendo così una serie di ripercussioni a livello psicofisico.
“Le criticità più gravi possono riguardare un’alterazione del ritmo sonno-veglia, ma anche problemi legati all’alimentazione”, afferma Daniela Chieffo, neuropsicologa del Reparto di Neurochirurgia Infantile del Policlinico Gemelli. “La mancanza di movimento, l’impossibilità di praticare un’attività all’aperto, potrebbe anche portare il bambino a cercare rifugio nel cibo, con il rischio di favorire la nascita di patologie alimentari”.
Punto cardine è la famiglia, che dovrà essere in grado di gestire le emozioni dei più piccoli e guidarli correttamente nonostante le numerose limitazioni. “Tutto ciò – continua Chieffo – favorisce i legami familiari, ma crea altre problematiche come l’impossibilità di ‘scaricare’ tensioni al di fuori del contesto domestico”. Tra le tante difficoltà che i più piccoli si trovano ad affrontare, inoltre, c’è la noia. Che se da una parte permette ai bambini di prendere coscienza di sé e sviluppare positivamente la propria creatività, dall’altra aumenta il rischio di assunzione di atteggiamenti sbagliati o nocivi alla salute.
L’interazione con gli altri bambini, con gli amici, è fondamentale per un corretto sviluppo psicofisico del minore. “La didattica a distanza, ad esempio, può coinvolgere maggiormente alcuni soggetti che mantengono più alta l’attenzione se si trovano da soli davanti al monitor e non hanno distrazioni esterne. Il ruolo che però svolge la scuola non si limita all’acquisizione di nozioni, ma accompagna la crescita dei più piccoli aiutandoli a destreggiarsi all’interno delle dinamiche sociali” conclude Chieffo.