BRUXELLES – È una riforma frutto di un faticoso accordo tra Italia e Bruxelles quella che stabilisce un’ulteriore proroga delle concessioni balneari fino al mese di settembre del 2027. Alla fine di un vertice di pochi minuti tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e i vice ministri Matteo Salvini e Antonio Tajani, pochi attimi prima del Consiglio dei ministri di mercoledì 4 settembre, è stato approvato il decreto-legge che, tra le altre cose, stabilisce che i titolari delle concessioni sulle coste italiane dovranno avviare le procedure per metterle in gara. La durata delle nuove concessioni, inoltre, andrà da un minimo di cinque anni a un massimo di venti. Palazzo Chigi, in una nota, mette in evidenza come “la collaborazione tra Roma e Bruxelles ha consentito di trovare un punto di equilibrio tra la necessità di aprire il mercato delle concessioni e di tutelare le aspettative degli attuali concessionari”. A dare il completo assenso è la stessa Commissione Ue: “Accogliamo con favore la decisione odierna dell’Italia”, spiega una portavoce.
Il nodo delle concessioni
La questione delle concessioni balneari è dibattuta da diverso tempo a causa delle continue proroghe alla scadenza della messa in gara, l’ultima risalente alla legge di bilancio approvata nel dicembre del 2022. L’Unione Europea, da tempo, rimprovera all’Italia di non avere applicato la direttiva Bolkestein del 2006, la quale impone l’apertura del mercato balneare alla concorrenza, a discapito degli enti privati. Nel 2020 era stata avviata una procedura d’infrazione che, però, non aveva portato a conseguenze rilevanti.
Le reazioni
“Il provvedimento adottato dal Consiglio dei ministri non ci soddisfa – prende posizione il Sindacato italiano balneari insieme a Fiba/Confesercenti –. Riuniremo gli organismi dirigenti per decidere le conseguenti iniziative sindacali”. Le opposizioni, invece, si scagliano contro il governo. Per il M5S un’ennesima proroga è “una pagliacciata”, così come per il Partito Democratico, che definisce il provvedimento una “presa in giro”. Il segretario di +Europa Riccardo Magi si appella alla Commissione: “Spero che l’Ue bocci senza pietà il piano”. A tentare di placare gli animi interviene il ministro degli Affari europei Raffaele Fitto: “La collaborazione tra Roma e Bruxelles ha consentito di trovare un punto di equilibrio”, scrive sui social, sottolineando la chiusura (seppur momentanea) di “un annosa e complessa questione”.