Per eleggere i nuovi sindaci delle maggiori città siciliane, bisognerà attendere i risultati del secondo turno delle elezioni amministrative di domenica e lunedì scorsi. Dunque, seggi nuovamente aperti il 20 e il 21 maggio per il ballottaggio. Nel frattempo, le campagne elettorali si fanno aspre e i toni tra i candidati sempre più accesi.
Palermo. Dopo dieci anni di giunte di centrodestra guidate dal sindaco Cammarata, è ormai certo che dal 21 maggio il primo cittadino palermitano verrà dalle file del centrosinistra. I risultati degli scrutini di 587 sezioni su 600 vedono, infatti, Leoluca Orlando in testa con il 47,35 % dei voti. Segue Fabrizio Ferrandelli, vincitore delle chiacchierate primarie PD, con 17,39 punti percentuale. Tra loro si gioca il ballottaggio per Palazzo delle Aquile, ma Orlando non ha dubbi: “Lo avete capito o no che sono già sindaco? Palermo è libera”. Ferrandelli, di risposta, attacca: “Chiedo l`appoggio di chi vuole il rinnovamento. Ci sarà un grande referendum tra chi vuole portare avanti questa città e chi invece la vuole riportare indietro. Tra chi vuole la democrazia e chi si propone come un nuovo monarca. Orlando è un Berlusconi di sinistra”.
Agrigento. Il sindaco uscente della città dei templi, Marco Zambuto, di nuovo in corsa per la carica, appoggiato da Udc e Patto per il territorio, ha vinto al primo turno con il 34,33% delle preferenze. Lo spoglio conferma a suo sfidante al ballottaggio Totò Pennica (19,17% dei voti), sostenuto da Pdl, Grande sud, Cantiere popolare e Epolis.
Trapani. Lo scontro all’ultimo voto sarà tra Giuseppe Maurici e Vito Damiano. Il primo, ex deputato regionale (candidato sindaco per Liberali, cattolici, socialisti per la grande città, Grande sud, Fli, Grande Trapani), al primo turno ha riportato il 27,28% delle preferenze. Il secondo, invece, il 19,72%. Maurici, ex generale dei carabinieri, è appoggiato da Pdl e Per una città più bella e più grande.
Anna Serafini