I ballottaggi per le amministrative 2014 consegnano risultati variegati: il più clamoroso riguarda Livorno, città storicamente “rossa”, dove l’esponente del M5S Filippo Nogarin è stato eletto sindaco contro l’avversario del PD. Il resto ci presenta uno “scambio” tra gli schieramenti storici della politica italiana: il centrodestra vince sorprendentemente a Perugia, oltre a Padova e Potenza, ma perde cedendo Cremona, Vercelli, Biella e Pescara e soprattutto Pavia al centrosinistra. Affluenza al 49,5%, un crollo impressionante rispetto al 70% del primo turno.
La vittoria del Movimento 5 Stelle a Livorno stupisce soprattutto se si tengono presenti i risultati del primo turno: Nogarin aveva raccolto poco più del 19%. Il ballottaggio di ieri gli ha consegnato una percentuale addirittura del 53,06%, distanziando di circa sei punti il suo avversario Marco Ruggeri, del PD, fermo al 46,94%.
Del risultato emerge la controtendenza rispetto alla straripante vittoria del Partito Democratico alle europee del 25 maggio. La eco dell’esito ha risuonato sulla stampa nazionale e c’è chi, a ragione, sottolinea l’importanza di Livorno, roccaforte storica della sinistra italiana e luogo di fondazione, nel 1921, del Partito Comunista Italiano. Una città che la sinistra non ha mai perso in 70 anni di storia repubblicana. Certo, la strategia del partito di Renzi ha contribuito a questo risultato: il fronte di centrosinistra si è infatti presentato con due candidati, portando ad un’ eventualità, quella del ballottaggio, che nessuno aveva preso in considerazione.Il partito di Grillo ottiene un altro risultato significativo a Civitavecchia, dove viene eletto Antonio Cozzolino.
Gli altri risultati parlano di un’ altra sfida con il Movimento 5 Stelle scongiurata a Modena, dove lo spareggio tra Gian Carlo Muzzarelli del PD e Marco Bortolotti del partito di Grillo ha segnato una netta affermazione del primo con il 63,07% dei voti, e nel panorama generale Destra e Sinistra si “scambiano” qualche poltrona comunale, in una lotta già vista nel pieno stile della Seconda Repubblica, che stavolta vede prevalere il PD. Tra le città conquistate dalla sinistra, Pavia e Bergamo: nella prima Alessandro Cattaneo di Forza Italia, “il sindaco più amato d’Italia” viene sconfitto da Massimo Depaoli del PD, nella seconda Giorgio Gori strappa l’incarico a Franco Tentorio. Poi Cremona, Biella e Pescara e la conferma a Bari con il candidato Antonio Decaro.
Il centrodestra porta a casa meno risultati, ma dal peso specifico importante: su tutti Perugia, il cui municipio Andrea Romizi ottiene agevolmente (58% contro 42% ) contro il primo cittadino uscente Wladimiro Boccali. Poi Potenza, dove Dario De Luca, raccoglie il 58,54% delle preferenze contro Luigi Petrone del centrosinistra (41,46%). Padova, dove Massimo Bitonci, senatore della Lega Nord, con il 53,5% batte il vicesindaco uscente Ivo Rossi, fermo al 46,5%. Infine Foggia dove vince Franco Landella.
Nel complesso il partito di Renzi oggi controlla 10 comuni-capoluogo, contro gli 8 del 2009, e prevale in qualche decina di comuni minori. Ma le cadute di Perugia e Livorno limitano parecchio la vittoria dei democratici dopo il trionfo europeo.
Stelio Fergola