Associazione a delinquere, estorsione aggravata, auto riciclaggio e violenza privata. Sono queste le accuse rivolte nei confronti di 12 ultras della Juventus, arrestati questa mattina al termine di un blitz della Polizia di Torino. Tra le persone arrestate ci sono alcuni capi dei principali gruppi bianconeri, in particolare Geraldo Mocciola, guida dei “Drughi”, e Umberto Toia, leader di “Tradizione”.
L’operazione “Last Banner”, condotta dalla Digos, coinvolge anche altri gruppi del tifo organizzato bianconero, tra i quali i “Viking” e il “N.A.B.” (Nucleo Armato Bianconero). Oltre agli arresti sono stati sequestrati alcuni oggetti, tra i quali una targa dove si legge un elogio a Mocciola: “Miglior capo! Sei un vero leader, vali oro!”. In queste ore sono in corso 39 perquisizioni in tutta Italia nei riguardi di altri 37 ultras.
Si tratta di un punto di svolta nell’inchiesta sul tifo bianconero, con l’operazione che ha preso il via un anno fa a seguito della denuncia della stessa Juventus. Alcuni esponenti del team di Agnelli avevano dichiarato agli inquirenti di essere oggetto di ricatto degli ultras juventini, che tentavano in modo violento di ottenere i biglietti delle partite per gestire il bagarinaggio. Una storia portata alla luce da un’inchiesta di Report, dove era emerso il metodo che i capi ultras adottavano per estorcere i biglietti alla dirigenza bianconera, in quella che oggi la Polizia di Stato definisce una “capillare strategia criminale”.
La bolla è scoppiata al termine dello scorso campionato, quando la società juventina ha deciso di porre fine ad alcune agevolazioni per i gruppi della tifoseria organizzata. Le reazioni da parte degli ultras non si sono fatte attendere, con i “Drughi” che hanno disposto l’aumento di cori razzisti al solo fine di infliggere multe alla società bianconera.