Si trova in ospedale in gravissime condizioni il dissidente russo Vladimir Kara-Murza, avvelenato probabilmente da metalli pesanti. Era già accaduto due anni fa. Secondo l’avvocato, presenterebbe sintomi identici. Il giornalista e oppositore aveva dato parecchio fastidio in patria per la sua attività. È stato vicepresidente del partito di opposizione Parnas, di cui faceva parte anche Nemstov, il leader antigovernativo ucciso nel 2015 nel centro di Mosca. Proprio dopo la morte del collega, Kara-Murza aveva diffuso in Russia un film-documentario sulla vicenda, creando numerose polemiche.
Attualmente si occupava del coordinamento dell’organizzazione Open Russia dell’ex oligarca Mikhail Khodorkovskij, condannato a passare dieci anni in carcere per essersi opposto alla politica di Putin. Il giornalista aveva inoltre aiutato il Senato degli Stati Uniti a stilare la famosa lista Magnitskij, dove erano presenti gli uomini di potere a cui infliggere le sanzioni.
La fila dei nemici dunque era lunga. Soprattutto questa attività di collaborazione con gli americani gli avrebbe attirato le ire del controspionaggio russo, che avrebbe deciso di fargliela pagare. Il sospetto è che si tratti di un nuovo caso Litvinenko, l’altro dissidente avvelenato col polonio a Londra nel 2007.