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Avanza l’Isis nel nord della Siria, Erdogan ordina schieramento carri armati al confine

di Emanuele Bianchi07 Ottobre 2014
07 Ottobre 2014

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I curdi resistono da tre settimane agli attacchi che i jihadisti di Abu al Baghdadi sferrano incessanti contro la città di Kobane, nel Nord della Siria. I combattimenti sono giunti a pochi chilometri dalla frontiera Turca e cresce senza sosta il numero di rifugiati che cerca di passare il confine siriano. Pare siano oltre 100mila in fuga da Kobane e dai villaggi limitrofi, ma i turchi li respingono con lanci di gas lacrimogeni.

Nella città pesantemente bersagliata dal fuoco dei mortai sono apparse ieri due bandiere nere dell’Isis. Un drappo nero è stato issato su una collina a Sud della città, l’altro sul tetto di una palazzina nella zona Est del centro abitato.

I curdi al momento rispondono agli attacchi limitati dall’uso di sole armi leggere, mentre gli uomini del Califfato dispongono anche di carri armati e armamenti pesanti. Fra le forze occidentali e i peshmerga dell’Ypg (unità di difesa del popolo) non c’è pressoché nessun coordinamento. Così i raid dei caccia americani a supporto dei curdi non sono decisivi.

Mentre si combatte a due passi dal confine turco-siriano il presidente turco Recep Erdogan ha reso noto di aver raggiunto un accordo con i jhiadisti per lo scambio di 46 ostaggi turchi (perlopiù diplomatici di Ankara) con 180 militanti dello Stato Islamico.

Sta trovando inoltre conferma la notizia che i reparti dell’Isis si stiano avvalendo del supporto di un alto funzionario dei servizi segreti francesi passato nelle file nemiche con un bagaglio di informazioni e conoscenze di enorme importanza. Sembra che i jet statunitensi abbiano già sganciato 47 razzi sulla testa dell’uomo senza però averlo ancora neutralizzato. La difesa francese ammette che l’individuo esista e che sia passato nelle fila nemiche ma nega che sia un membro dei servizi e un ex militare.

Nelle ultime ore cresce anche la tensione per la vita di Peter Kassig, l’operatore umanitario ed ex Ranger dell’esercito americano rapito l’anno scorso in Siria. Non è bastato a Kassig convertirsi all’Islam durante la prigionia, il boia in abito nero dell’Isis ha già annunciato in video che sarà la prossima vittima.

Emanuele Bianchi

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