“L’autonomia differenziata non sarà mai un pretesto per lasciare indietro alcune parti del territorio italiano”. Con queste parole Giorgia Meloni vuole rassicurare le regioni del sud dopo la proposta di una maggiore autonomia richiesta da quelle del nord. Inoltre, ha ribadito, che la riforma si farà in tempi brevi e con maggiori autonomie per tutti, per le Regioni, per lo Stato e per gli enti locali. Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni, ha dichiarato l’importanza del potere legislativo delle Regioni, del ruolo dei Comuni e ha contestato il depotenziamento subito dalle Province.
Fedriga ha poi ribadito l’importanza del Mezzogiorno, contestando la tesi che vorrebbe delle regioni meridionali non adeguate. Sulla stessa linea Nello Musumeci, ministro per la Protezione civile e per le Politiche del mare, che teme una maggiore differenza tra nord e sud, attraverso questa autonomia. Secondo il ministro per gli Affari regionali e l’autonomia, Roberto Calderoli, prima “bisogna definire i Lep”.
Il Terzo Polo, con Mara Carfagna e Mariastella Gelmini, ha contestato invece questa versione, ed ha dichiarato che queste sarebbero solo provocazioni. Sempre secondo questa tesi, il governo avrebbe già stanziato in legge di Bilancio quasi due miliardi per asili nido, assistenti sociali e trasporto scolastico per gli alunni con disabilità.
Letizia Moratti, candidata governatore della lista civica a suo nome e del Terzo Polo, ha invece dichiarato a Espansione Tv che l’autonomia andrebbe fatta, “per dare slancio alla Lombardia anche in ambito europeo”. La regione lombarda avrebbe preso meno risorse dal Pnnr, rispetto ad esempio al Pil dell’Emilia Romagna, e sarebbe quindi meno influente per Bruxelles.