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Autonomia della scuola,
Fioramonti contrario
alla proposta: "Non si farà"

Il titolare del Miur blocca l'intesa

siglata dal governo Gentiloni nel 2018

di Alessandro Rosi26 Settembre 2019
26 Settembre 2019

il ministro dell'Istruzione Lorenzo Fioramonti al Miur durante presentazione terza edizione di Fiera Didacta, Roma 19 settembre 2019. ANSA/GIUSEPPE LAMI

Prima la proposta di una tassa sulle bibite gassate e le merendine, poi la circolare per giustificare le assenze in occasione dello sciopero per il clima, ora l’annuncio che “l’autonomia nella scuola non si farà”. Il neo ministro del Miur Lorenzo Fioramonti continua a far parlare delle sue proposte.

Intervenuto al convegno promosso da Cittadinanzattiva a Roma, Fioramonti si è detto contrario sulla riforma dell’autonomia in materia di Istruzione. Una posizione diversa dal quella del ministro per gli affari regionali Francesco Boccia, che martedì scorso – dopo l’incontro con i governatori delle Regioni (Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna) – aveva annunciato che “l’autonomia si farà, ma senza diseguaglianze e senza usarla come manganello di una parte sull’altra”.

Il progetto dell’autonomia differenziata, che consente a ciascuna Regione ordinaria di negoziare particolari e specifiche condizioni di autonomia, è reso possibile dalla Riforma del Titolo V della Costituzione del 2001. Nel 2018, a fine legislatura, il governo di centrosinistra a guida Gentiloni ha siglato accordi di pre-intesa con i governatori di Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna. Dalle bozze risultano molteplici competenze attribuite alle Regioni: dalla gestione all’assunzione del personale scolastico, dall’offerta formativa all’insieme dell’attività didattica, dai sistemi di valutazione all’alternanza scuola-lavoro. Se attuata, sarebbe la fine di un sistema unitario d’istruzione e di gestione degli istituti, che versano in situazione di difficoltà.

Nel convegno Cittadinanzattiva è poi emerso che fra settembre 2018 e luglio 2019 vi sono stati 70 episodi di crolli e di distacchi di intonaco: una media di uno ogni tre giorni di scuola, mai così tanti dal 2013. Emblematico il caso di un istituto, il Margherita Hack, nel quartiere Monteverde, a Roma. L’edificio scolastico è stato dichiarato inagibile dopo il crollo del controsoffitto, ad aprile scorso.

La situazione precaria della scuola emerge anche dall’inchiesta di Repubblica, pubblicata il 19 settembre, dove si legge che nella città metropolitana di Roma mancano 100mila banchi e sedie malgrado i 12mila appena acquistati, e che il 70% degli arredi risale agli anni ’90. Inoltre il 58% delle scuole sono fuori norma per l’antincendio, il 53% per l’agibilità.

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