Dalla rapina alla corsa non pagata, dalle minacce all’insulto gratuito dell’ubriaco, la vita del tassista, a Roma, è paragonabile a un film horror. In seguito allo stupro di venerdì scorso della tassista romana, le auto bianche si fermeranno per un giorno in segno di protesta il prossimo 9 giugno. Una categoria a rischio, quella dei tassisti, che subisce quotidianamente violenze di ogni tipo ma che non viene tutelata; la speranza quindi, è quella di ottenere dal Comune una presa di posizione per quanto riguarda la loro sicurezza.
Molti, a spese loro, hanno installato nelle auto un sistema di telecamere che mandano l’allarme al centralino del 3570 perché stanchi di vivere una continua sensazione di paura durante il proprio lavoro, altri, invece, si sono rifiutati di svolgere i turni notturni e della prima mattina perché troppo rischiosi.
Intanto in attesa dell’interrogatorio di garanzia a Simone Borgese, il trentenne che ha stuprato la tassista romana, il Campidoglio ha deciso che si costituirà parte civile. “Quello che è successo qualche giorno fa è un crimine terribile che ha colpito l’intera città, compiuto oltretutto ai danni di una lavoratrice che stava svolgendo un servizio pubblico – ha dichiarato il sindaco Ignazio Marino.
Carlotta Dessì
