Più di 180 presunti piromani sono stati arrestati dalla polizia in Australia con l’accusa di aver deliberatamente appiccato incendi negli ultimi mesi. Il 70% di loro è minorenne. Intanto le fiamme continuano a fare danni. Almeno 25 persone sono state uccise, inclusi tre volontari dei vigili del fuoco, e migliaia di case distrutte. L’area incendiata tra Nuovo Galles del Sud, Queensland, Victoria, Australia Meridionale e Tasmania è pari a 8.4m di ettari: un territorio più vasto della Scozia. E l’85% degli incendi sarebbero stati causati dall’uomo, il 37% di essi da piromani secondo quanto affermato da Paul Read, condirettore de National Centre for Research.
Chi sono le persone arrestate? Secondo la professoressa dell’Università di Melbourne Janet Stanley, i piromani hanno un’età compresa tra 12 e 24 anni, o sono uomini più anziani di circa 60 anni. “Non esiste un profilo, ma generalmente sembrano avere una storia traumatica alle spalle e spesso hanno subito l’abbandono e l’abuso da bambino”, ha affermato la professoressa Stanley. “Sono spesso bambini che non riescono a scuola, o l’hanno lasciata presto e sono disoccupati. Il confine tra accidentale e intenzionale non è mai chiaro perché molti piromani non intendono provocare la catastrofe che si poi verifica”.
A Canberra la situazione è drammatica. La capitale dell’Australia è una delle città più colpite dal fumo. Lunedì ha registrato la peggiore qualità dell’aria al mondo e durante il fine settimana sono state consegnate ai cittadini circa 100mila maschere con filtri protettivi per la respirazione. Decine di voli e servizi postali sono stati cancellati. Sono inoltre stati chiusi i centri di assistenza all’infanzia, i negozi e i musei. Il Dipartimento degli Affari interni ha chiuso i suoi uffici almeno fino a mercoledì, consentendo al personale non essenziale di restare a casa.