L’Iva aumenterà dell’1 per cento a partire dal primo luglio. Niente blocco dell’imposta come chiedevano i commercianti. E, quando annuncia la decisione, il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato viene interrotto e fischiato all’assemblea annuale di Confcommercio, che si è svolta ieri mattina a Roma all’Auditorium della Conciliazione. “Non è che non lo voglio fare è che non lo posso fare” ha detto il ministro. Carlo Sangalli, presidente dell’associazione di imprese, va giù duro: “un aumento dell’Iva è benzina sul fuoco della recessione”. La contestazione. Quando Zanonato sale sul palco per parlare gli animi sono già caldi. Tutti tesi per la situazione economica drammatica e per le difficoltà degli esercenti. E nel momento in cui prende la parola per spiegare la politica dell’esecutivo, parte la contestazione. Sul blocco del rincaro dell’Iva prova a giustificarsi: “Figuratevi quanto mi piacerebbe potervelo dire. Si tratta di una decisione che non è stata presa dal mio governo. La volontà di farlo resta, è forte, ma non posso dirvi che siamo in grado di farlo”.
Recuperare 2 miliardi. Il Presidente del consiglio Enrico Letta, intervenuto ieri al congresso della Cisl a Roma al Palazzo dei Congressi, predica comunque prudenza: “La questione rimane aperta, difficile ma aperta”. Tuttavia la priorità del governo, come ha precisato lo stesso Letta, resta il lavoro. Intanto nel vertice di maggioranza dello scorso martedì il rincaro dell’aliquota più alta, che passerà dal 21 al 22 per cento, non è stato fissato fra i provvedimenti decisi. L’ultima parola spetterà alla fine al ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, che dovrà cercare di recuperare i 2 miliardi necessari per bloccare l’aumento.
Le reazioni politiche. Critiche da parte degli esponenti del Pdl. Maurizio Gasparri preme per una presa di posizione forte: “Il governo dica subito no ad un aumento”, Renato Brunetta si schiera con i commercianti: “Comprendo i fischi a Zanonato”, ed anche il Ministro dell’Interno Angelino Alfano proverà a far valere le loro ragioni: “Cerchiamo i soldi per evitare l’aumento”.
Anche per il Pd si tratta di un tema caldo. Per il responsabile dell’economia del partito democratico Matteo Colaninno “lo stop all’aumento è prioritario”, secondo Dario Franceschini, ministro per i Rapporti con il Parlamento “si farà l’impossibile”, mentre è attendista il segretario Guglielmo Epifani: “spero che non aumenterà, bisogna aspettare”.
Le ipotesi. Difficile una soluzione a breve, perché, come ha aggiunto Zanonato, “il gettito corrispondente è già conteggiato nel bilancio dello stato”.
Per scongiurare l’aumento, si dovrebbe rinunciare all’abolizione dell’Imu. Stefano Fassina, viceministro dell’economia, lo spiega chiaramente: “Siamo impegnati ad evitare l’aumento, ma sarebbe inaccettabile colpire famiglie e imprese con l’aumento dell’Iva e poi eliminare l’Imu sulla prima casa di Zio Paperone”.
Un’altra possibilità è definire nuove modalità per il calcolo del patto di stabilità: ci sarebbero così margini di intervento. Un’ultima ipotesi è una nuova manovra estiva, che tagliando su detrazioni e deduzioni, possa consentire il blocco richiesto.
Domenico Mussolino